lunedì 9 maggio 2011

Buone maniere

Quello qui sotto è un esempio di un poster che invita a "comportarsi bene" nei confronti delle altre persone. In Giappone sono molto diffusi e ce ne sono di molti tipi. Normalmente sono situati nelle stazioni, e spesso - come in questo caso - riguardano il comportamento sul treno.

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sabato 7 maggio 2011

Risparmio energetico

Dal giorno del terremoto siamo ormai abituati a trovare un po' ovunque dei cartelli che ci avvertono che in un determinato ambiente in cui ci troviamo è in corso il 節電 (SETSUDEN, risparmio di energia elettrica) a causa del quale ci sono meno luci del solito (anche sui treni, per esempio), le scale mobili sono dimezzate (funzionano solo quelle che salgono), l'aria condizionata è spenta, e così via.

Tutte situazioni lodevoli e che in fondo causano poco disturbo ai cittadini. L'altro giorno, però, in un bagno pubblico, quando ho cercato il getto d'aria calda e l'ho trovato a risparmiare energia, un po' mi ha dato fastidio…

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P.S.
In realtà nei bagni pubblici giapponesi è difficile trovare qualcosa per asciugarsi, che sia carta o getto d'aria, perciò di solito ci portiamo dietro un mini asciugamano per queste evenienze. Ma quel giorno non avevo con me la borsa…

venerdì 6 maggio 2011

In banca

Questo è un poster che ho visto appeso all'interno di una banca giapponese. Invita ad utilizzare carte di credito e mutui con giudizio, senza farsi prendere dalla smania di acquisti di cui poi si rischia di pentirsi.

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giovedì 5 maggio 2011

Il colonnello e la tradizione

Oggi è la festa dei bambini (maschi). Chi non sa che cos'è può leggerne una descrizione in questa pagina. Intanto io vi offro un Colonnello Sanders (fondatore e "mascotte" della catena di fast food Kentucky Fried Chicken, molto diffusa da queste parti) vestito per l'occasione. La fascia, una sorta di "Forza Giappone!", credo non sia usuale, ma dovuta alla contingenza attuale.

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In questa pagina potete vederlo "al naturale" e in altri due abiti con cui viene vestito in occasione di altre feste.

mercoledì 27 aprile 2011

Un poco più buia

I blackout programmati di cui parlavo qui sono stati sospesi (da due o tre settimane, ormai). Le misure adottate da ditte e privati per risparmiare energia funzionano, perciò si prevede che fino all'estate la domanda di elettricità sarà inferiore all'offerta. Quando arriverà il caldo, però, e cominceranno ad accendersi i condizionatori, allora è probabile che la Tepco riprenderà a staccare la corrente a turni stabiliti.

In questa pagina ho trovato un bellissimo video (che riporto anche qui sotto) che all'inizio mette a confronto la diversa illuminazione di alcune zone di Tokyo adesso rispetto a qualche mese fa. Come dice il titolo stesso del video, le strade sono più buie, ma solo leggermente.
Il video è anche in HD, quindi guardatevelo ingrandito per bene.

mercoledì 20 aprile 2011

Repubblica invece di vergognarsi continua a raccontare bugie

Ormai il suo nome è una barzelletta, tra chi ha un minimo di conoscenza delle cose che accadono veramente in Giappone. Parlo del signor Giampaolo Visetti, l'inviato di Repubblica che più di tutti ha inventato e continua a inventare, tanto da farmi sospettare che lui in Giappone non ci sia mai stato veramente. Anzi, lo spero per lui. Uno che scrive certe cose stando veramente dove dice di essere, o è cieco e sordo oppure è accecato e assordato da interessi suoi personali o della testata per cui scrive.

Di Visetti avevamo parlato già nel post "Repubblica deve solo vergognarsi" e in "Il giornalismo, quello 'vero'". Nell'ultimo post avevo anche citato questa e questa pagina del blog "Giappone Mon Amour", in cui venivano dimostrato che praticamente tutti i personaggi intervistati o incontrati dal Visetti sono sue creazioni artistiche a cui ha dato nomi rubati a personaggi reali citati nei giornali stranieri.

Per quanto sia abituato a scribacchini inetti e in cattiva fede, non riesco veramente a capire come sia possibile che il Visetti continui a fare indisturbato il suo lavoro. O forse lo capisco, anche se a fatica. Questa storia mi ha ricordato infatti quella di Tommaso Debenedetti, il giornalista che si inventava le interviste con gli scrittori famosi, finché a un certo punto i non-intervistati se ne sono accorti e la cosa si è scoperta.

Chi non conosce questa storia se la può leggere con comodo in questa pagina del blog Onlyon, mentre in quest'altra del Post è riportata anche un'intervista a Debenedetti riguardo ai suoi falsi. Nessun redattore gli ha mai domandato prove, nessuno gli ha mai fatto domande. Nel panorama odierno della stampa, dice, sono cose che si possono fare senza alcun rischio.
Perché lo faceva? Per "gusto, per passione, per divertimento". Eppure, nonostante i suoi contatti con scrittori tanto importanti, nessun giornale a cui proponeva le interviste gli offriva un contratto.
Era come se in redazione sapessero che questi colloqui erano inventati e nonostante questo, pensassero: “Tanto non ci scopre nessuno”.
Come riassume il blog Onlyon:
gli scandali che escono fuori sono riconducibili al cattivo stato del giornalismo italiano: sensazionalista (perché il soggetto in questione puntava molto sulle affermazioni degli scrittori contrarie alle aspettative) […] e incapace di fare domande (perché c'è voluta una giornalista che da New York facesse un paio di telefonate per scoprire la versione dell'inventore di incontri)
Nelle interviste di Debenedetti gli scrittori parlavano tutti male di Obama, quelli di sinistra diventavano improvvisamente di destra, e così via. Nel caso di Visetti i suoi intervistati parlano male del governo, dell'energia nucleare, addirittura dell'imperatore e si lamentano di tutto quello di cui si lamenterebbe Visetti se fosse al loro posto.

Ma sono solo fandonie. Le ultime (per ora) sono quelle esaminate quasi parola per parola da Mamoru di Giappopazzie, in un post dal titolo un po' forte, ma che rispecchia quello che molti di noi italiani in Giappone pensiamo:

Vogliamo e prentendiamo "la testa" di Visetti

È un post cominciato dieci giorni fa, ma l'ultimo aggiornamento è di oggi.

sabato 16 aprile 2011

A scuola!

Il 5 aprile mio figlio ha cominciato la prima elementare (in Giappone l'anno scolastico comincia in primavera). Lo stesso giorno ha ricevuto i suoi primi libri, e io li ho filmati.
Se ne avete i mezzi, vi consiglio di guardare il video in alta definizione (720p) e a tutto schermo, altrimenti molte cose non si vedono.




mercoledì 13 aprile 2011

Anonimi e radiazioni

Nei commenti al post di ieri, un anonimo mi aveva messo il link a un video su YouTube. Siccome a parte il link non aveva lasciato né un commento né un nome, l'ho cancellato.
Ma ne parlo qui, perché si trattava di un video postato ieri da Beppe Grillo (o chi per lui) dopo l'annuncio del passaggio di Fukushima al livello 7 (di cui ho parlato qui). La didascalia dello staff di Grillo, dopo alcune sciocchezze tipo "Fukushima ha acceso la spia di sorpasso rispetto a Chernobyl", recita così:
Ipotesi verosimili prevedono una contaminazione sempre più estesa verso la grande Tokyo. In questo caso si dovrebbero sfollare 35 milioni di persone. Il Giappone si trasformerebbe in una Nuova Atlantide alla luce del sole.
Le "ipotesi verosimili" ovviamente se le sono inventate loro, perché - come dicevamo ieri - la tendenza fin dal mese scorso è di una continua e costante diminuzione del livello delle radiazioni in tutto il Giappone, Fukushima compresa. I dati a riguardo si trovano ovunque (per esempio nei link segnalati in questo post di Giappopazzie o negli ottimi resoconti di Unico-lab), e in diversi siti riportati in questa raccolta di link dell'Ambasciata d'Italia a Tokyo, ma per avere un'idea veloce del trend nella zona attorno alla centrale potete guardare questi grafici.

Ma torniamo al video: si tratta delle riprese effettuate il 3 aprile da un giornalista giapponese, Tetsuo Jimbo, che con la propria auto e un contatore geiger è entrato nella zona evacuata (cioè nel raggio di 20 km dalla centrale). Il video l'avevo già visto appunto dieci giorni fa.
Se volete guardarlo alla migliore qualità possibile (fino a 1080p) vi consiglio direttamente il video originale, qui, oppure cliccando qui sotto:


Vale la pena di vederlo perché, oltre a mostrare la distruzione operata dal terremoto e dallo tsunami in quella zona e l'assenza di esseri umani (ovvio, è una zona evacuata), fa capire anche quanto già a pochi chilometri dalla centrale si abbia un livello di radiazioni centinaia di volte più basso rispetto alle immediate vicinanze (infatti la portata delle radiazioni è inversamente proporzionarle al quadrato della distanza dalla sorgente).

A parte un picco di 6 µSv/h  (µSv/h indica quanti sievert vengono assorbiti da un organismo in un'ora) registrato a 15 km di distanza, a 2,9 km dalla centrale il contatore indica ancora 1,20 µSv/h. Da lì in poi, nell'arco di un chilometro (Jimbo si ferma a 1,5 km), le radiazioni cominciano a salire costantemente e rapidamente fino a 112 µSv/h. Questo dieci giorni fa. Adesso sono ancora più basse.

Per capire di che valori stiamo parlando, potete guardare il grafico seguente (cliccate per vedere l'originale), la cui punta ci mostra che mangiando una banana assorbiamo 0,1 µSv. In pratica se il signor Jimbo avesse mangiato 12 banane nell'arco di un'ora avrebbe assorbito la stessa quantità di radiazioni che ha ricevuto a circa 3 km dalla centrale).


Come potete vedere da questa mappa (dell'11 aprile) della zona circostante la centrale di Fukushima, a parte qualche punto sporadico in cui i valori sono più alti, soprattutto a Nord, in molti altri anche molto vicino alla centrale si hanno valori inferiori a 1 o intorno ai 2 µSv/h.

2 µSv/h sono 48 µSv al giorno. Trascorrere 365 giorni in un luogo con una radioattività del genere significa assorbire 17.520 µSv, cioè 17,52 mSv (millisievert). Sono molti di più di quelli che si avrebbero in condizioni normali (a Roma sono circa 2,2 mSv all'anno), ma circa la metà di quello che assorbiamo se facciamo una TAC all'addome (o se fumiamo un pacchetto di sigarette al giorno). Considerato che una stessa quantità di radiazioni "spalmate" nell'arco di un anno hanno un effetto molto più blando della stessa quantità sparata in un istante, ne deduciamo che è probabilmente molto più pericoloso farsi una TAC che abitare a qualche chilometro dalla centrale di Fukushima.
In ogni caso, come si vede dal grafico di sopra, la dose annuale oltre la quale aumenta il rischio di cancro è di 100 mSv all'anno.

Per la cronaca, a Tokyo in questo momento abbiamo 0,079 µSv/h, cioè circa il doppio del livello di fondo normale medio, ma comunque sempre tre volte meno che a Roma.

Ovviamente ci sono da considerare altri fattori, come il rischio di inalare isotopi radioattivi (perché un conto è la distanza da una fonte di radiazioni e un altro è mangiarsi quella fonte), ma anche in questo caso ci sono quantità e livelli e limiti oltre i quali una sostanza può diventare pericolosa e entro i quali non ha alcun effetto (vedi questa tabella relativa ai limiti giapponesi di Iodio 131 e Cesio nell'acqua potabile, espressi in valori di Bq/kg, che potete confrontare con le tabelle che trovate qui).

Ma, del resto, è sempre una questione di numeri. Anche la caffeina, presa in dosi minuscole non fa male, o fa anche bene, ma ne bastano 10 grammi per uccidere una persona.

N.B.
Quando consultate dati di fonti giapponesi (o americane, o di certi altri paesi) tenete conto che il separatore delle migliaia è la virgola, mentre il separatore dei decimali è il punto, cioè l'esatto contrario che in Italia. Perciò se in un grafico giapponese trovate scritto 1.200 µSv/h ricordate che in italiano sono 1,2 µSv/h. Viceversa, se trovate scritto 1,200 si tratta di milleduecento.

martedì 12 aprile 2011

Giusto per precisare

I soliti pseudo-giornalisti sono sempre pronti a sfruttare ogni più piccola occasione per creare allarmismo inutile e deleterio. Le associazioni ambientaliste li seguono a ruota, soprattutto quelle che hanno bisogno di catastrofi e cattive notizie (nonché di visibilità) per giustificare la propria esistenza e tutti i soldi che ricevono (parlo del WWF, per esempio, il cui comitato scientifico si esibisce in dichiarazioni che non hanno nessun fondamento di verità).

L'innalzamento della scala INES al livello 7 (cioè lo stesso livello di Chernobyl) significa soltanto che in entrambi i casi c'è stata una "importante fuga di materiale radioattivo con effetti considerevoli sulla salute e sull'ambiente". Come spiega il bollettino dell'Ambasciata d'Italia a Tokyo:
Questa valutazione e' basata sulla stima della quantità totale di radiazioni rilasciate in atmosfera durante l'incidente alla centrale nucleare di Fukushima-I, avvenute nei primi giorni della crisi
Questa proposta di revisione del livello INES non è conseguenza né di un deterioramento della situazione attuale ai reattori di Fukushima-I, né di un aumento dei livelli di radioattività, né di una revisione dei valori finora registrati, ma rappresenta invece una stima quantitativa globale del rilascio di materiale radioattivo all'esterno dell'impianto e della conseguente diffusione nell'ambiente. 
Ne consegue che questa valutazione non comporta nessun cambiamento delle condizioni di rischio radiologico. 
Ovviamente tutti sono corsi a titolare "Fukushima come Chernobyl", anche se spesso nel corpo dell'articolo si diceva esattamente il contrario, vedi per esempio questo pezzo della Stampa, che al titolo suddetto aggiunge anche un "Tokyo innalza il livello di allerta", come a suggerire che la situazione si è fatta più pericolosa, mentre invece nello stesso articolo gli esperti dell'AIEA e dell'OMS dichiarano l'opposto, cioè che la radioattività è in diminuzione ovunque (anche a Fukushima) e che oltre i 30 km della zona di evacuazione il rischio per la salute è molto basso.

L'usanza di fare titoli ad effetto è vecchia e stranota, ma questo non significa che sia accettabile. Anzi, i titoli dovrebbero fornire una vera sintesi, dal momento che molte persone si limitano a scorrere quelli.
Per fortuna c'è anche chi fa bene il suo lavoro, e titola giustamente: "Giappone/Aiea: Incidente Fukushima "diverso" da Cernobyl.

giovedì 7 aprile 2011

Jishin-yoi

Oggi notavo che le scosse di assestamento forti e percepibili anche a Tokyo erano ormai praticamente finite, quando un paio d'ore fa la mia casa ha cominciato a muoversi di nuovo! Non siamo arrivati ai livelli dell'11 marzo, ma è stata comunque una scossa forte e più lunga del solito. Accendendo la TV ho appreso che l'epicentro era in mare, al largo della prefettura di Miyagi (sempre più o meno dove è avvenuto il terremoto dell'11) e che la magnitudine è stata di 7.4.

Per ora in tutto le scosse di assestamento di magnitudine 5 o superiore sono state 464, di cui 394 di magnitudine 5, 66 di magnitudine 6 e 4 (compresa quella di poco fa) di magnitudine 7.

Proprio ora che stavo per riprendermi dal jishin-yoi!

Jishin-yoi (地震酔い) è un neologismo che potremmo tradurre con "mal di terremoto", perché unisce la parola terremoto a quella di "ubriachezza", che in giapponese è associata alle nausee come il "mal d'auto", il "mal d'aria" e così via.

Dopo il sisma dell'11 marzo e le centinaia di scosse di assestamento, molta gente ha manifestato i sintomi di questo "mal di terremoto": improvvisamente si ha l'impressione che la terra tremi, si perde momentaneamente l'equilibrio (per esempio per qualche secondo si fatica a camminare dritti), e nei casi più gravi si hanno vertigini, giramenti di testa, conati di vomito. A volte la nausea arriva in seguito a un movimento brusco o viaggiando su qualche mezzo di trasporto (a una mia studentessa ultimamente provocava un po' di nausea anche solo il far scorrere con il dito lo schermo del suo smartphone). I medici dicono che si tratta di qualcosa di simile a quando, dopo un viaggio per mare, si scende a terra e per un po' si ha l'impressione di essere ancora in balia delle onde e si fa fatica a mantenere un normale equilibrio.

A quanto pare, nel cervello abbiamo un qualche congegno che accumula informazioni riguardo a velocità e rotazione del nostro corpo e queste informazioni provocano le sensazioni che descrivevo prima. Sensazioni che permangono più o meno a lungo a seconda delle persone e del tipo di esperienza che le ha generate (lo shock che il nostro corpo riceve durante un terremoto è particolarmente forte, in questo senso).

Anche lo stress (ne parlavo qui) vissuto da tutti in questa situazione contribuisce a peggiorare le cose. Per i casi più gravi possono essere utili anche i farmaci che si usano per il mal di mare e simili, ma i medici consigliano piuttosto di cercare di rilassarsi, di fare sport, lunghi bagni caldi (per i giapponesi è il top del rilassamento), di dormire tanto e di svagarsi.

mercoledì 6 aprile 2011

Mini-aggiornamento

Molto lavoro e poco tempo per bloggare, in questi giorni. Ma in fondo non ci sono grandi novità. Le ultime notizie sulla centrale nucleare di Fukushima potete leggerle sul solito sito dell'Ambasciata d'Italia a Tokyo (il link è nella colonna a sinistra, sezione Utili). Qui per esempio c'è il bollettino del 6 aprile.

Per un resoconto chiaro, preciso e aggiornato più volte al giorno consiglio vivamente questa pagina di Unico-lab, in italiano, scritta da esperti del settore con la collaborazione di gente che capisce il giapponese. Stanno facendo davvero un ottimo lavoro. Ho messo il link anche nella colonna di sinistra, sempre nella sezione Utili.

Evitate i siti catastrofisti di ecologisti e anti-nuclearisti, che con questa crisi di Fukushima hanno fatto coppia con i giornalisti per creare più allarme possibile diffondendo notizie false o interpretate male.

lunedì 4 aprile 2011

Il giornalismo, quello "vero"

Nei commenti al post precedente Martin, parlando dei media che distorcono o inventano la realtà, ha anche scritto:
Non vorrei però che si pensasse che l'informazione "corrotta" sia solo una questione politica, pur infelicemente bipartisan. Ho notato che ogni volta che leggo su un quotidiano un articolo di un argomento di cui sono particolarmente ferrato lo trovo pieno, non solo di inesattezze, ma proprio zeppo di pure e semplici falsità che chiunque, senza troppa fatica, potrebbe smascherare come tali.
 
È vero, è un'esperienza comune di chiunque sia un minimo esperto in qualunque cosa. Chi ne sa di videogiochi trova quotidianamente articoli pieni di fesserie sui videogiochi; chi appartiene a qualunque religione fa fatica a riconoscere il proprio credo quando ne legge sui giornali; chi è appassionato di fumetti legge interviste strane, e capisce subito che le parole del suo sceneggiatore preferito sono state tagliate, rimontate, adattate, stravolte. E, come dice Martin, non tanto per portare acqua al proprio mulino politico (ho fatto questi esempi proprio perché meno legati a questioni politiche), ma solo per fretta, sciatteria, ignoranza e - ultimamente - per mancanza di rispetto per le persone o gli argomenti trattati.

Quando poi c'entra la politica o l'ideologia allora è un massacro. Per fare un esempio in tema con gli argomenti di questo blog, in questa pagina potete leggere come il Fatto Quotidiano ha ridotto, adattato e in parte stravolto un'intervista all'ingegner Paolo Ruffatti sulla centrale di Fukushima. Mamoru del blog Giappopazzie ha contattato personalmente Ruffatti dopo aver letto un suo commento che criticava il modo in cui il giornalista aveva cambiato le sue parole. Chi vuole può leggersi tutto al link che ho riportato, perciò qui mi basta solo far notare come titolo e sommario contengano già buona parte delle bugie poi inserite nel pezzo.

Il titolo, virgolettato, recita: "Conosco quei reattori, si rischia la catastrofe".
Ruffatti nella corrispondenza con Mamoru dice: "io Fukushima non la conosco".

Sommario: "Paolo Ruffatti ha guidato il programma atomico dell'Ansaldo".
Ruffatti a Mamoru: "[…] io non ho affatto guidato il programma atomico dell'Ansaldo: allora avevo 29 anni e molti capi sopra di me".

Continua il sommario: "Sarà molto peggio di Chernobyl. L'uranio bucherà il terreno e finirà nelle falde e nell'ambiente".
Ruffatti, nel commento sotto il pezzo: "La panzana del “buca questo buca quello”, non l’ho mai detta: so benissimo che la centrale è poggiata su un mat dello spessore di 2,5 metri di cemento armato con tondino da 70 mm di acciaio ad alta resistenza: bucarlo è possibile ma si deve prima bucare il vessel ed il dry well. Ma le condizioni attuali non le conosce nessuno. […] Poi ho ammesso che Fukushima poteva essere peggio di Chernobyl, ma per il fatto che l'uranio delle barre delle 3 refueling pools poteva essere finito nel terreno e finire in falda e nell'aria."

E ancora, in un commento sul sito del Fatto:
L’autore ha poi infarcito di cose errate l’articolo, forse perché io non mi sono spiegato bene, ma soprattutto perché aveva una certa fretta di “chiudere il pezzo” per consegnarlo alle stampe e non c’è stato il tempo di farmelo rileggere: avrei modificato certe cavolate come quella della grafite dentro al vessel.
Eppure Ruffatti era già abbastanza allarmato per la situazione di Fukushima, la considera molto grave tanto da ritenere (su sue supposizioni, naturalmente) che possa essere peggio di Chernobyl, ma evidentemente per il giornalista del Fatto tutto questo non bastava.

Continua Martin nel commento sopra citato:
Il che porta inevitabilmente a pensare che il giornalismo retribuito sia ormai qualcosa che non ha più senso di esistere.
Ecco, il discorso sulla retribuzione è il punto centrale per buona parte degli spacciatori di panzane. Io immagino che un "giornalista" come il famigerato Giampaolo Visetti, "inviato" dalla sua stanza d'albergo (se non da casa) venga pagato un tanto al pezzo, e che sia solo per questo - cioè per guadagnare - che è costretto a inventarsi personaggi, luoghi e situazioni. Ha cominciato creando il mitico eroe inesistente Futoshi Toba, un personaggio di fantasia che è stato poi seguito da postini, madri ricomparse, donne in bicicletta, bambini aggrappati alle alghe, e così via. Tutti personaggi di cui non c'è traccia nei media giapponesi (né di altre parti del mondo) e tutti con nomi rubati a persone reali di cui il Visetti ha letto sulla stampa internazionale di quegli stessi giorni. In questa pagina Laura cita le impossibili coincidenze.

Per non parlare del famigerato pezzo su Tokyo deserta, in cui il nostro intervista una fantomatica "Reiko Fukushima, direttore di un'importante catena di negozi". E qui c'è il colpo di genio. Non so se pensare che, in mancanza di altri nomi da copiare dalla stampa estera, abbia scritto il primo nome che gli veniva in mente, o se abbia deciso di prendersi gioco dei suoi stessi lettori, considerati così stupidi da non ritenere nemmeno un po' sospetto il fatto che l'unica persona intervistata e citata in quell'articolo avesse lo stesso nome della città con la centrale nucleare.

Aggiornamento: Laura ha postato altre "coincidenze". A me sembravano già tante quelle precedenti…

mercoledì 30 marzo 2011

DPTS

Anche oggi una ventina di terremoti, ma nessuno particolarmente rilevante a Tokyo. Del resto, ormai, a meno che non abbia delle prove certe che ci sia una scossa in atto, tipo un lampadario che oscilla visibilmente, fatico a distinguere i terremoti veri da quelli che mi invento, come scrivevo qui.

Tra parentesi, ho ricevuto varie conferme che non sono l'unico. Una mia studentessa, per esempio, oggi diceva che dal giorno del terremoto ha qualche problema di equilibrio. Suppongo che l'esperienza del suolo che si muove abbia incrinato in qualche modo la nostra certezza atavica che la terra sia "terraferma". E probabilmente buona parte di noi è anche affetta da versioni più o meno leggere di DPTS (Disturbo Post-Traumatico da Stress), perché pur non essendo terremotati abbiamo sperimentato la scossa più forte mai percepita nella nostra vita, in molti abbiamo pensato di stare per morire, perciò è probabile che qualcosa sia rimasto dentro, anche se poi ognuno di noi ha reagito in modo diverso.

I giapponesi (ma anche chi vive qui da molto, come me) sono abituati alle scosse di terremoto, perciò la reazione psicologica a questo fatto è probabilmente mitigata. A me è venuto da ridere quando ho letto la prima volta questo articolo, che racconta la paura di una ragazza italiana che quel giorno stava a Osaka. Osaka! - ho pensato.  Dove la percezione del terremoto è stata di 1, 2 o al massimo di 3 shindo! A Tokyo è arrivata fino a 5+!

Ma poi mi sono reso conto che per chi non ha mai provato il terremoto anche una piccola scossa fa molta paura. E ho pensato ai molti, anche già vaccinati ai terremoti, che hanno superato quello dell'11 marzo apparentemente indenni e che poi si sono fatti prendere da un panico irrazionale per i fatti di Fukushima. Leggendo qualcosa sul DPTS ho visto che si manifesta anche sotto forma di ansia estrema.
Cito da qui:
sia i grandi sia i più piccoli quando vengono esposti a qualcosa che in qualche modo (reale o simbolico) assomiglia al terremoto reagiscono provando un intenso disagio psicologico, oppure manifestando reattività fisiologica (difficoltà ad addormentarsi o insonnia, irritabilità, difficoltà a mantenere la concentrazione, ipervigilanza ed esagerate risposte d’allarme. 
Il pericolo nucleare, ingrandito dall'ansia post-terremoto e dall'aiuto fornito dei media italiani, dev'essere poi stata la goccia che ha dato un colpo decisivo alla mente di coloro che nel giro di un paio di giorni dal sisma hanno fatto le valigie e sono fuggiti dal Giappone (e qualcuno che conosco si è già licenziato dal lavoro qui e ne sta cercando uno in Italia…).

Un'amica, residente a Tokyo ormai da anni, è rientrata in Italia una settimana dopo il terremoto e mi ha scritto:
La mia è stata una decisione improvvisa, ma penso che ne avevo bisogno... Lo shock del terremoto si fa sentire ora che sono a casa tranquilla e i nervi si sono distesi... I primi due giorni qui non ho fatto che piangere, ora mi sono calmata e forse domani riuscirò a mettere piede fuori casa. 
Lei probabilmente tornerà. Altri no.

In realtà so che si parla realmente di DPTS solo quando diventa una vera e propria malattia, perché i primi giorni dopo l'evento traumatico lasciano su tutti dei segni, che poi però piano piano spariscono e non necessariamente sfociano nel DPTS.

Ma il mio scopo qui non era giocare a fare il piccolo psicologo. Volevo soltanto dire che leggere di queste cose mi ha aiutato a guardare con più comprensione e realismo quelli che alcuni miei compagni rimasti qui hanno un po' frettolosamente battezzato "i caghetta".

Aggiornamento: quello che in italiano è DPTS (Disturbo Post-Traumatico da Stress) viene dall'inglese PTSD (Post-Traumatic Stress Disorder). Non è che in italiano sarebbe più corretto chiamarlo DSPT, cioè "Disturbo da Stress Post-Traumatico"?

martedì 29 marzo 2011

Risparmiamo energia

In questi giorni, in cui alcune centrali nucleari sono ferme, nel centro-nord del Giappone non c'è abbastanza corrente elettrica perché si possa usare come si faceva prima del terremoto (sul perché l'elettricità manca solo nel centro-nord potete leggerlo qui).

La TEPCO ha quindi organizzato dei blackout programmati di circa 3 ore al giorno, suddividendo ogni regione e città in zone a cui è stato assegnato un numero da 1 a 5. Il mio quartiere, per esempio, appartiene al gruppo 5, perciò per sapere quando avverrà il blackout devo guardare tabelle tipo questa, che si riferisce a dopodomani (cliccate per ingrandire):


Nel mio caso possiamo vedere che il blackout dovrebbe verificarsi a partire dalle 9:20 e, nel caso il consumo di energia dovesse essere superiore alle aspettative, anche delle 16:50. Per il momento non mi risulta che ci sia mai stato più di un blackout al giorno e, anzi, in certe zone - come proprio la mia - sono stati annunciati ma non sono mai realmente avvenuti. Questo è un mistero che ancora non sono riuscito a spiegarmi: a qualche centinaio di metri da me i blackout sono avvenuti regolarmente, mentre nel mio quartiere no. Qualcuno dice che se nei paraggi c'è un grosso incrocio è probabile che la corrente non vada via per non toglierla ai semafori, ma siccome di grossi incroci qui non ce ne sono, può darsi che ci siano altri motivi che non conosco (la casa di un pezzo grosso del governo? una base segreta dell'esercito? la sede locale del CTU?).

Di giorno in giorno l'orario previsto per il blackout di un gruppo viene anticipato allo scaglione precedente. Questa è la tabella per venerdì:


Come vedete il gruppo 5 avrà il blackout nell'orario che giovedì era del gruppo 4, che lo avrà invece nell'orario che era del gruppo 3, e così via. Personalmente troverei più intuitivo se si andasse in avanti, anziché all'indietro (a me sembra più facile ricordare che il mio blackout di domani comincia dall'orario in cui è finito quello di oggi, piuttosto che ricordare che finisce all'orario in cui è iniziato quello di oggi, ma forse in fin dei conti non è molto diverso).

Ogni tanto la TEPCO, sulla base della disponibilità di corrente e dell'uso che ne è stato fatto finora, comunica che i blackout sono momentaneamente sospesi, come è il caso di oggi, per esempio:


Vengono anche forniti dati, aggiornati ogni ora, riguardanti la disponibilità di corrente a Tokyo e la percentuale di utilizzo che ne viene fatta. Questa si riferisce alle ore 14:00 di oggi, e l'ho trovata qui.


L'unica zona ad essere sempre risparmiata dai blackout è il centro di Tokyo, in quanto è anche il centro nevralgico di tutto il Giappone. Però anche lì la maggior parte degli uffici e dei negozi chiudono più presto del solito per contribuire al risparmio di corrente (sono quindi aboliti gli straordinari, che in Giappone sono la norma), tengono accese meno luci, schermi, macchinari durante l'orario di lavoro, e la sera le migliaia di luci sfavillanti che erano tipiche del panorama della città sono spente o di molto ridimensionate, come avevo già mostrato in questo video. Devo dire che questo "buio" a Tokyo ha anche un suo fascino. Dopotutto non è che non ci si veda: è comunque illuminata come lo è normalmente una qualunque città italiana.

Dalle grandi ditte ai privati cittadini, tutti sono invitati a collaborare per rendere meno problematica possibile questa carenza di energia, spegnendo le luci accese inutilmente o tenendo un po' più basso il riscaldamento.

Prendendo spunto da un recente posto di Lorenzo, vi segnalo il blog giapponese Setsuden Poster, che raccoglie manifesti che invitano la popolazione al "setsuden (節電)", ovvero a ridurre il consumo di elettricità. Si tratta di poster creati da diversi designer e messi a disposizione gratuitamente per chi volesse farne uso.

domenica 27 marzo 2011

I terremoti, questi conosciuti

Una cosa positiva delle radiazioni nucleari è che non le vedo né le sento. Cioè, ora in Giappone c'è mezzo mondo a misurare la radioattività nell'aria e gli isotopi nelle acque, i dati si trovano su internet, aggiornati quotidianamente: se voglio darci un'occhiata ogni tanto, giusto per verificare che continuino a mantenersi sugli attuali livelli di sicurezza, posso farlo senza che la cosa mi disturbi più di tanto, e addirittura l'Ambasciata d'Italia mi fa il favore di mandarmi un bollettino quotidiano con la descrizione della situazione.

Ma i terremoti sono un'altra cosa: li sento. Ogni giorno, più volte al giorno. E anziché trascurarli come facevo prima, quando ormai mi ero abituato alla loro presenza sporadica, il continuo susseguirsi di scosse di assestamento anche piuttosto grosse mi fa sempre supporre che potrebbero essere pericolose. Perciò, anche inconsciamente, i miei sensi sono sempre all'erta, al punto che ormai - come buona parte dei giapponesi - mi capita spesso di sentire terremoti anche quando non ci sono: in realtà poi mi accorgo che erano le vibrazioni provocate nel mio corpo dal regolare battito del cuore!

Ma non ci sarebbe bisogno di inventarseli, i terremoti: le scosse di assestamento verificatesi a partire dalle 14:46 JST dell'11 marzo scorso (cioè soltanto due settimane fa) sono state finora più di un migliaio, con 352 scosse di magnitudine 5; 59 di magnitudine 6; 3 di magnitudine 7, come si può leggere in questa pagina (aggiornata solo fino al 25 marzo) dell'Agenzia Meteorologica Giapponese.

Come si vede da questo grafico, che mostra il numero delle scosse di assestamento superiori alla magnitudine 5 dal 1933 ad oggi, si tratta del maggior numero di scosse di assestamento mai sperimentato in Giappone, un numero circa quattro volte più alto di qualunque terremoto verificatosi finora.
E non sono ancora finite.

In questa pagina trovate l'elenco costantemente aggiornato all'ultimo terremoto (nel momento in cui scrivo è stato un paio d'ore fa). La seconda colonna indica il momento in cui è avvenuta la scossa, la terza il luogo dell'epicentro, la quarta la magnitudine e la quinta l'intensità sismica secondo la scala giapponese:
Viene misurata in unità dette shindo (震度 intensità sismica, letteralmente "grado di scuotimento"). Diversamente dalla scala di magnitudo Richter (che misura la magnitudo complessiva di un terremoto, e rappresenta la grandezza del terremoto con un solo numero), la scala utilizzata dall'Agenzia Meteorologica Giapponese descrive l'intensità, cioè il grado di scuotimento in un punto determinato sulla superficie terrestre. Come risultato, la misurazione del terremoto varia da luogo a luogo, e una scossa rilevata può essere descritta come "shindo 4 a Tokyo, shindo 3 a Yokohama, shindo 2 a Shizuoka".
Sulla relativa pagina italiana della Wikipedia trovate anche una tabella che descrive gli effetti su persone, oggetti, ed edifici di ogni grado di questa scala. Nel mio quartiere il terremoto dell'11 marzo è stato percepito come shindo 5-, in molti quartieri di Tokyo come shindo 5+, e ovviamente vicino all'epicentro come 6 o 7 (il massimo su questa scala).

I dati locali di intensità sismica vengono registrati da 600 rilevatori sparsi per tutto il paese, e qualche minuto dopo ogni terremoto sono disponibili online, oltre ad essere mostrati in sovrimpressione da diversi canali TV.

Il dati sul terremoto dell'11 marzo, per esempio, erano questi (in giapponese qui). La mappa in quelle pagine è cliccabile due volte per ingrandire la zona che volete osservare da vicino. Sotto la mappa ci sono i dati relativi all'intensità in ogni provincia, città, quartiere in cui si trovano i rilevatori.

giovedì 24 marzo 2011

Fotografie

Per chi ancora non le avesse viste, sul sito del New York Times ci sono delle foto interattive prese dai satelliti, che mostrano le zone colpite dallo tsunami prima e dopo il disastro. Muovendo il cursore in mezzo ad ogni foto si può fare un confronto diretto molto impressionante.
(grazie a Lucio Bragagnolo)

Sul blog The Big Picture del Boston Globe, trovate invece un'ampia raccolta di foto (di cui molte bellissime, pur nella tragedia che rappresentano), quasi tutte con una didascalia esplicativa.
In ordine cronologico le trovate a queste pagine:

Massive earthquake hits Japan (11 marzo)
Earthquake aftermath (12 marzo)
Vast devastation (14 marzo)
New fears as the tragedy deepens (15 marzo)
Continuing crisis (16 marzo)
Hopes fade for finding more survivors (17 marzo)
One week later (18 marzo)

Questo per ricordare che, se qui da noi a Tokyo le cose vanno bene e non ci manca niente, lo stesso non si può certo dire per chi l'11 marzo ha perso tutto.

Di acqua e radiazioni

La situazione alla centrale di Fukushima non è cambiata molto da ieri. Qui trovate il nuovo rapporto dell'Ambasciata, che dà anche qualche informazione riguardo all'acqua. In breve, in un campione prelevato in una zona di Tokyo è stato rilevato un valore di Iodio-131 superiore ai limiti consentiti dalla legge giapponese per i bambini al di sotto dei 12 mesi. Nella stesso luogo, il giorno dopo, il valore rilevato era già molto più basso.
Il rapporto che ho citato sopra indica anche come in Giappone siano più severi che in Italia riguardo a questi limiti di legge.

Personalmente aggiungo che lo Iodio-131 è un isotopo che "muore" molto velocemente. Ha un'emivita di soli 8 giorni, cioè ogni 8 giorni metà dei suoi atomi decadono. Niente in confronto al Cesio-137, per esempio, la cui emivita è di 30 anni. Ma per ora di Cesio-137 nell'acqua ce n'è in quantità assolutamente irrilevante o è del tutto assente.

Per chi vuole addentrarsi in tutti i numeri relativi alle radiazioni nell'aria del Giappone alle analisi delle acque, ho messo nella sezione "Utili" della colonna di sinistra il link al post che Mamoru (su Giappopazzie) aggiorna quotidianamente con i nuovi dati man mano che diventano disponibili. Il suo lavoro è veramente encomiabile.

Qui sotto invece trovate un grafico (cliccate per aprirlo in una nuova finestra e cliccate ancora per ingrandirlo al massimo) che in modo molto chiaro (se capite l'inglese) mette a confronto diverse dosi di radiazioni, da quelle che riceviamo dormendo accanto a un'altra persona a quelle che avremmo potuto ricevere stando dieci minuti accanto al nucleo del reattore di Chernobyl dopo l'esplosione e la fusione. La fonte è questa e io l'ho trovato qui.

mercoledì 23 marzo 2011

Qualche link

Siccome oggi ho perso tempo con la storia delle versioni per iPhone, per gli aggiornamenti sulla situazione giapponese, oltre al solito sito dell'Ambasciata  (trovate il link nella colonna a sinistra) vi rimando ad altri blog di residenti in Giappone.

Diversi di loro si sono scatenati con foto, video e descrizioni per dimostrare che qui siamo tutti più in forma che mai.

In particolare oggi vi consiglio di fare un giro sul blog di Laura e su quello di Luca.

Qualunque blogspot per iPhone

Il sistema indicato nel post precedente serviva agli autori dei blog, se vogliono che il loro sito sia più leggibile sugli smartphone.
Ma anche nel caso in cui l'autore non abbia provveduto, è comunque possibile attivare la versione mobile dei blog di Blogger (cioè quelli che, come questo, hanno l'indirizzo "blogspot.com")  aggiungendo "?m=1" dopo l'indirizzo del blog.

In pratica, se volete accedere, per esempio, a giapponemonamour.blogspot.com in versione mobile, basterà scrivere giapponemonamour.blogspot.com/?m=1 e il blog verrà visualizzato in una versione più adatta ai cellulari:


Ovviamente, se accederete al blog dall'indirizzo di base (cioè senza il "?m=1"), vi apparirà la versione per web. Per far sì che la cosa sia automatica, cioè che accedendo dal cellulare abbiate la versione mobile e accedendo da un altro dispositivo abbiate la versione web, potete salvare sul cellulare un bookmark contenente il "?m=1" nell'indirizzo, oppure convincere l'autore del blog ad attivare la versione mobile.

eBuroggu per iPhone

Dopo aver verificato che su iPhone la lettura di questo blog era piuttosto scomoda, ho fatto una ricerca e ho scoperto che da circa 3 mesi anche Blogger ha una modalità di visualizzazione per cellulari, ma è ancora in beta e quindi non disponibile nel modo normale. Però è attivabile in modo molto semplice, e infatti sono bastati un paio di click per passare da questo:



…a questo:



Non è ancora il massimo dell'eleganza, il template non si può scegliere (ce n'è più di uno, ma sono in qualche modo legati a quello usato nella versione per il web), e c'è qualche problemino, ma è sicuramente più leggibile. Poi, se a uno non piace, basta che clicchi in fondo alla pagina e scelga la versione per web. Da quel momento in poi il browser dovrebbe ricordarsi la scelta effettuata.

Chi ha un blog sulla mia stessa piattaforma e volesse attivare anche lui la versione mobile, deve:

1) accedere a http://draft.blogger.com
2) cliccare su Impostazioni
3) cliccare sul tab Email & cellulare
4) dove dice "Mostra modello per cellulari" cliccare in corrispondenza del "sì"
5) in fondo alla pagina cliccare su "Salva impostazioni"

Può anche darsi che dopo il punto 1 vi appaia un fumetto che vi invita ad attivare la versione mobile. Accettate e poi salvate.

Maggiori informazioni (in inglese) le trovate sul blog di Blogger in draft.

martedì 22 marzo 2011

Filantropi yakuza

Chi capisce l'inglese può leggersi questo articolo che racconta le buone azioni intraprese da alcuni gruppi di yakuza (i mafiosi giapponesi) per aiutare i terremotati.

Se l'avesse scritto chiunque altro avrei subito pensato a una bufala, ma siccome l'autore è Jake Adelstein, suppongo che gli si possa credere.

Comincia così:
The worst of times sometimes brings out the best in people, even in Japan’s “losers” a.k.a. the Japanese mafia, the yakuza. Hours after the first shock waves hit, two of the largest crime groups went into action, opening their offices to those stranded in Tokyo, and shipping food, water, and blankets to the devastated areas in two-ton trucks and whatever vehicles they could get moving. The day after the earthquake the Inagawa-kai (the third largest organized crime group in Japan which was founded in 1948) sent twenty-five four-ton trucks filled with paper diapers, instant ramen, batteries, flashlights, drinks, and the essentials of daily life to the Tohoku region. 

Chi fosse interessato a leggere altri pezzi di Adelstein li può trovare nel suo sito: Japan Subculture Research Center.

Aggiornamento: sul sito di Marco Togni trovate la traduzione in italiano.

Va sempre meglio

La situazione della centrale di Fukushima sembra migliorare costantemente. L'Ambasciata d'Italia ha diramato un nuovo bollettino che lascia ben sperare. Anche se, ovviamente, continuano a consigliare agli italiani fuggiti altrove di non rientrare ancora in Giappone finché non saremo un po' più sicuri che il rischio si è veramente ridotto. Il motivo è comprensibile ed è specificato nel bollettino precedente:
Chi non avesse ancora lasciato l'area o rientrasse a Tokyo dovra’ predisporre autonomamente i mezzi per un’eventuale evacuazione in caso di eventuale improvviso deterioramento delle condizioni di contaminazione.
Il concetto è: noi intanto vi diciamo di stare lontani, così se poi succede qualcosa (qualunque cosa) non potrete dare la colpa a noi.

Ma come dargli torto, quando si trovano ad avere a che fare con persone che vogliono portarli in tribunale perché il giorno del terremoto non hanno subito organizzato un aereo per far fuggire tutti i turisti dal Giappone?

lunedì 21 marzo 2011

Il gatto di Ginza

Il brevissimo video che segue, l'ho ripreso sabato a Tokyo, nel quartiere di Ginza. Ero di passaggio e di corsa, perciò la qualità è quella che è. Ma è singolare che soltanto il giorno dopo, nello stesso luogo, sarebbero scomparse improvvisamente tutte le persone tranne "pochi passanti, protetti da cappelli, ombrelli e mascherine" che avrebbero ignorato "i centri commerciali del centro, in gran parte chiusi",  e sarebbero apparsi gli ambulanti che mettono "all'asta compresse di iodio sul marciapiede, a prezzi esorbitanti, come fossero spacciatori".

Oh, io più rileggo quell'articolo e più lo trovo di un umorismo surreale!

A Tokyo continua a non mancare niente

Albino sul suo blog entra in merito anche lui alla storia dell'articolo di Repubblica del post precedente.


Marco, il collega che mi aveva scritto ieri sera, rincara la dose con questa mail di stasera e qualche foto:

Oggi sono andato a fare la spesa al supermercato vicino a casa. Vedendo che era tutto normale, ho deciso di fare delle foto che dovrebbero servire a dissipare eventuali dubbi sulla mancanza di prodotti alimentari in Giappone.
Dunque di cibo a Tokyo ce n'è in abbondanza e di ogni genere.
Anche lo scatolame, che secondo il giornalista della Repubblica doveva essere scomparso, in realtà c'è. I prezzi mi sembrano abbastanza modici, e comunque sono i prezzi di sempre.
Non è possibile che sia cibo inscatolato dopo l'11 marzo (anche se in realtà il cibo "sospetto di contaminazione" dovrebbe essere quello inscatolato dopo le esplosioni verificatesi ai reattori, e non subito dopo il terremoto), in ogni caso il cibo non arriva sugli scaffali dei supermercati in così pochi giorni. Lo scatolame  viene tenuto nei magazzini per settimane, prima di essere gradualmente mandato nei negozi a rimpiazzare quello venduto. Quello che vediamo adesso nei supermercati è quello che era nei magazzini prima del "panico", quindi è scatolame al di fuori di ogni sospetto di contaminazione. Nonostante ciò, come possiamo vedere dalle foto, i prezzi non sono assolutamente cambiati.
Oggi c'era anche il latte in quantità abbondante.
Insomma non manca niente. Credo che sia il caso di avvertire, o meglio, rassicurare il povero inviato della Repubblica, il quale sembra essere l'unico veramente in preda al panico...

È di nuovo il caso di ricordare a tutti che chi ha veramente bisogno di cibo, acqua, medicine e tutto il resto, sono i terremotati. Non certo chi sta a Tokyo.




"Repubblica" deve solo vergognarsi

Mentre dall'ambasciata d'Italia e dalle fonti realmente informate arrivavano notizie confortanti perché mostrano un miglioramento nella crisi della centrale nucleare di Fukushima, ieri sul sito di Repubblica è apparso un pezzo a firma Giampaolo Visetti falso, ridicolo e offensivo sia per i suoi lettori che per chi a Tokyo ci vive e lavora.

Dal momento che anche questo, come quello del signor Salvia del Corriere che citavo qui, descrive una Tokyo che sta solo nella testa dei giornalisti in cattiva fede, molti di noi residenti hanno già protestato e denunciato questo ennesimo caso di sciacallaggio.

Vi invito perciò a leggere "Vergogna!", in questa pagina.
Proprio nel giorno in cui le buone notizie abbondano (le rassicurazioni sulla qualita' dell'acqua, il miglioramento della situazione a Fukushima, due sopravvissuti ritrovati tra le macerie a 9 giorni dallo tsunami) mi ritrovo sotto agli occhi questo articolo colmo di falsita'.
Tokyo e' viva. I ristoranti sono aperti, la gente cammina per le strade, donne, uomini, vecchi e bambini. Si continua a lavorare. Perche'? Perche' speculare, perche' mentire, perche' inventare? 
In questa pagina trovate (riportata da una pagina di Facebook, che non essendo disponibile ai non iscritti non è linkabile) una lettera aperta al signor Visetti, in cui viene fatto un po' di debunking (in parole povere, "sbugiardamento") entrando in merito a quel che l'articolo descrive.

Ma quella lettera non smentisce tutto, perché si tratta di un pezzo così ricco di bugie che bisognerebbe scrivere una pagina per ogni riga di falsità.

Avevo anch'io pensato di fare un debunking riga per riga, parola per parola, ma alla fine mi sono detto che non ne vale la pena. Ho altre cose da fare, ho il lavoro e la vita di ogni giorno, normale, niente affatto come la descrive Visetti. La verità è che la situazione non è cambiata da come ve l'avevo mostrata nel video di due giorni fa.

Quello che mi hanno mostrato le webcam di Shibuya oggi, buio e freddo giorno di pioggia, è il panorama usuale di un qualunque giorno di pioggia:





Non starò a ripetere quel che è già stato scritto altrove. Mi limiterò solo a due o tre punti marginali, se vogliamo, che altri non hanno trattato.

"A Tokyo i grandi alberghi chiudono"! Quali grandi alberghi? Basta andare sui siti di tutti i grandi alberghi di Tokyo per trovare una pagina che esprime il cordoglio per le vittime e rassicura sull'apertura normale dell'hotel, avvisando soltanto che - per seguire le direttive del governo riguardo al risparmio di energia elettrica - alcuni ristoranti interni all'albergo fanno orario ridotto. Vedi per esempio il Tokyo Regency Hyatt, l'Hilton, il Cerulean Tower, il Royal Park (il messaggio in inglese è in fondo), il Seiyo Ginza… e poi mi sono stufato, perché è un lavoro inutile. Nessun albergo chiude, o se lo fa avrà i suoi motivi indipendenti dalla crisi in corso.

"A sud è impossibile trovare una camera per settimane"? A sud dove? Che razza di affermazione è? Ma non ci vuole molto per smentire questa cosa, basta andare su Booking.com, per chi non sa il giapponese, oppure su Jalan, che essendo un sito locale offre molte più possibilità di scelta, e provare a cercare una stanza in qualche città del sud (Kyoto, Osaka, Nagoya, Hiroshima, Fukuoka…). Qualche problema? Nessuno.

Poi, non so a Tokyo, ma qui a Kawasaki (zero chilometri da Tokyo), la spazzatura viene regolarmente raccolta dai soliti camion.

Una cosa che mi ha infastidito non poco è quando il Visetti se n'è uscito con questa frase:
L'intero villaggio di Futunaba, vicino a Fukushima, ieri è stato trasferito a Saitanama, poco a nord di Tokyo, causando la sollevazione dei residenti.
A parte che i nomi corretti sono Futaba e Saitama, si tratta di 1800 persone o giù di lì che sono state ospitate nel Saitama Super Arena, uno stadio da 37.000 spettatori che secondo le autorità potrà ospitare fino a 5000 rifugiati. Non ho sentito parlare di nessuna sollevazione dei residenti. Per quale motivo, poi? Perché dei poveracci costretti a lasciare le loro case troppo vicine alla centrale nucleare sono stati accolti nello stadio cittadino?!

In un momento in cui tutto il Giappone è mobilitato per questa emergenza, in cui la gente normale usa meno luce anche in casa propria perché sa che ce n'è bisogno altrove, in cui tutti quelli che il terremoto ha toccato solo di striscio e che adesso non hanno NESSUN problema reale cercano di fare il possibile per chi sta peggio di loro, l'idea che gli abitanti di Saitama (una città di più di un milione di abitanti) si arrabbino perché costretti ad accogliere in uno stadio duemila donne, vecchi e bambini è veramente ridicolo.

E poi basta, che non ho tempo da perdere con il signor Visetti.

Chiudo con le parole che mi ha scritto ieri sera un mio collega, Marco, anche lui insegnante a Tokyo, che ieri era al lavoro (che strano, eh? c'è la fine del mondo e la gente ha pure il tempo di andare a lezione di lingua italiana!) a Ginza:

Dunque ho fatto il solito pezzo di strada per andare fino alla scuola : 200~300 metri lungo la via Ginza. E mi e' sembrato che ci fossero molte persone. Poi sono andato a fare le fotocopie al "Combini" [come vengono chiamati i piccoli supermarket, n.d.E.] e anche nelle vie interne di gente ce n'era parecchia come al solito.
Mentre tornavo a casa dopo il lavoro, erano le 18:00 passate da poco, ho notato che i negozi cominciavano a chiudere. Per evitare il piu' possibile i black-out programmati, il Governo giapponese ha chiesto a tutti di dare una mano a risparmiare energia elettrica. Quindi i negozi chiudono un po' prima e l'intensita' del traffico ferroviario viene diminuita leggermente. Il che significa che, invece di esserci un treno ogni 3 minuti, ce n'e' uno ogni 5 (Linea Ginza). Oppure invece di un treno ogni 7 minuti, uno ogni 10 (Linea Toyoko), ecc.
Poi prima di tornare a casa sono passato dal supermercato, ad Okurayama, per fare un po' di spesa. C'era tutto in grande quantita', mancava solo il latte fresco.
A me sembra che l'inviato della Repubblica stia volutamente, in modo vergognoso, ingigantendo gli effetti del panico di cui  e' stato preda, in un momento di debolezza,  un popolo colpito da questa orribile tragedia.

domenica 20 marzo 2011

NHK World in diretta

Ricordo, per chi ancora non lo sapesse, che è possibile seguire lo streaming live del canale in inglese NHK World, della televisione giapponese.

Potete vederlo SUL SITO UFFICIALE.
Oppure, a qualità inferiore, anche su Ustream.

Aggiornamento delle 14:00, ora di Tokyo

Un altro messaggio è giunto da poco dall'Ambasciata, e ovviamente mette quattro o cinque mani avanti avvertendo che potrebbero ancora succedere catastrofi inimmaginabili, ma tutto sommato direi che è positivo.

Ieri sera ho guardato in TV le imprese dei pompieri arrivati da tutto il Giappone per collaborare al raffreddamento della centrale di Fukushima, con tutti i rischi connessi, e c'è proprio da essere fieri di questa gente.

Sempre ieri hanno mostrato la partenza dei ragazzi di Sendai, una delle zone più colpite dal terremoto, che parteciperanno al torneo nazionale liceale di baseball, il Koshien. Come sa bene chi abbia letto qualche manga (di Mitsuru Adachi, per esempio) questo torneo giovanile estivo è uno dei più importanti dell'anno, seguito da gran parte della popolazione grazie alla massiccia copertura televisiva.  C'è chi ritiene molto più interessante il Koshien, rispetto al baseball professionistico, perché l'età dei partecipanti e la loro spontaneità lo rende più emozionante e anche commovente.

C'era stata indecisione riguardo alla possibilità di cancellare l'evento, in seguito al terremoto, ma gli organizzatori hanno deciso di non distruggere il sogno dei ragazzi di arrivare alla finale e giocare nel mitico stadio Koshien. Anche per gli abitanti di Sendai intervistati, vedere i propri ragazzi combattere con passione per i propri sogni potrà servire a ridare speranza e coraggio ai loro concittadini.

L'acqua di Tokyo e la centrale

Siccome ho poco tempo (ho del lavoro arretrato da finire al più presto!) oggi segnalo solo due cose.

Prima due estratti dagli ultimi due bollettini dell'Ambasciata d'Italia a Tokyo, che potete anche leggere da voi partendo dal link nella colonna di sinistra, sezione "Utili".


In relazione alle notizie circolate circa il rilevamento di radioattivita' nell'acqua della citta' di Tokyo, l'Ambasciata d'Italia ha preso contatto con l'Ufficio Igiene del Governatorato di Tokyo per avere informazioni piu' precise e dettagliate. Secondo quanto riferitoci dai tecnici del Governatorato di Tokyo, le rilevazioni della presenza di radioattivita' nell'acqua sono iniziate a partire dal 18 marzo 2011, a causa dell'emergenza creatasi nella centrale Fukushima-I.
Nel campione di acqua prelevato i laboratori hanno rilevato un livello di radioattivita' pari a 1,47 bekerel/litro. La soglia indicata dalla Nuclear Safety Commission come compatibile con la tutela della salute umana e' pari a 300 bekerel/litro. (20 marzo, 12:00 di Tokyo)


Nella giornata di oggi e’ proseguita l’irrorazione con acqua di mare dall'esterno del reattore numero 3. L'intervento, che peraltro non puo' essere risolutivo, ha tuttavia consentito di far scendere la temperatura dell'acqua di raffreddamento di tutte le piscine di stoccaggio del combustibile nucleare al di sotto dei 100 gradi. In serata ha poi avuto successo l'allacciamento alla rete elettrica per i reattori numeri 1 e 2. , ritenuta cruciale per il raggiungimento di uno stato di stabilita' dei sistemi di raffreddamento e di rilevazione dei parametri di controllo dei reattori. Riallacciata l'elettricita' occorrera' far ripartire i sistemi ordinari di raffreddamento, riparandoli se danneggiati. Le misure di radioattivita' effettuate all'ingresso dell'impianto di Fukushima-I mostrano un lieve calo dei livelli registrati che si attestano al momento su valori di 300 microsievert/ora.
 A Tokyo, le misurazioni effettuate indipendentemente dalle autorita' giapponesi, dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (IAEA), e dagli esperti italiani presenti in Ambasciata, mostrano valori di radioattivita' del tutto compatibili con i valori del fondo naturale. La IAEA ha inoltre verificato le rilevazioni effettuate negli ultimi due giorni in altre 47 citta’ del Giappone senza riscontrare significativi cambiamenti nei livelli di radioattivita’ che si mantengono molto al di sotto della soglia di rischio per la salute umana. (19 marzo, 22:00 di Tokyo)

Il pericolo vero è ovviamente a ridosso della centrale di Fukushima. Ma anche lì, comunque, le condizioni non sono tali da richiedere un'evacuazione.  Un residente straniero proprio a Fukushima ce ne parla in questo video.

venerdì 18 marzo 2011

Tokyo, oggi pomeriggio

Oggi non avevo lezione a Tokyo, ma ci sono andato lo stesso a filmare la situazione. Ma il punto è: quale situazione? Non c'è niente di diverso dal solito. Se nel video dell'altro giorno mancavano un po' di luci, in questo che ho girato di giorno non si nota niente di strano. Anzi, una cosa sì: si vedono in giro molti più gruppi (di ragazzi, anche) che raccolgono fondi per i terremotati.

Quindi il video non presenta niente di particolare. C'è solo gente che cammina. Tanta. Shibuya e Shinjuku sono due dei "centri" di Tokyo (nel senso che il centro di Tokyo è composto da più centri anche piuttosto lontani uno dall'altro). Sono posti che conosco perché ci lavoro o ci passo regolarmente, e perché da casa mia sono i più vicini da raggiungere.

Ma ripeto, il video mostra solo tante persone. Se vi piace guardare le persone, vedere come sono abbigliate, come si muovono, cercare tipi vestiti in modo eccentrico (ce n'è qualcuno, mescolato tra la folla) allora questo video è per voi.

Se poi vi sembra che la gente sia poca, tenete presente che erano le tre del pomeriggio di un giorno feriale, in cui gran parte della popolazione è al lavoro, e in cui ci sono ancora linee di treni che funzionano parzialmente.

Purtroppo non ho attrezzature video di gran qualità. Il mio iPhone 4 è capace di fare delle ottime riprese di panorami e oggetti statici, ma gli oggetti in movimento sono il suo punto debole.

Se il vostro computer lo permette, guardatevi la versione in HD (720p), che è la più decente, e ingrandite a tutto schermo (per farlo qualcuno dovrà andare a vederlo direttamente su Youtube).

Consigli di lettura

Bello il post di ieri di Lorenzo sul modo diverso in cui lui, io ed altri residenti in Giappone abbiamo cominciato a guardare i giapponesi alle prese con questa tragedia.

Interessante questo post di Mamoru, che ha organizzato i link ai post che lui e Luca hanno scritto in questi giorni e che aggiunge una marea di dati sulla situazione della centrale di Fukushima.

Un flash sulla situazione più recente lo dà sempre l'ambasciata italiana a Tokyo. Cliccate qui e leggete il paragrafo "Emergenza nucleare e rischio sismico".

Mattia ha fatto un video sulla situazione a Fukuoka. Attenzione, non Fukushima, ma Fukuoka, una città che sta all'estremo sud del Giappone. In effetti laggiù sono molto lontani dalla zona pericolosa, ma fa sempre piacere vedere che tutto procede regolarmente.

Due cose su Libero

Prima cosa:
Ieri ho saputo che il quotidiano Libero, quello di carta, ha pubblicato degli articoli con questi titoli:


Pagina 2: Cavalieri dell'apocalisse. Sinistra e finiani fanno il tifo per il disastro
Pagina 3: Balle atomiche. Le ragioni inconfessabili del partito della paura
Pagina 6: Battaglia contro il caos nucleare ma Roma è più radioattiva di Tokyo
Pagina 7: La vera emergenza. Città intere cancellate dal mare e i dispersi salgono a 20mila


Io gli articoli non li ho letti, quindi non so cosa dicano, ma i titoli fanno sperare bene.


Seconda cosa:
mi hanno contattato da Libero, quello di sopra, chiedendomi se volevo pubblicare sul loro giornale il mio primo post di questi giorni. Io ho detto di no, per una serie di motivi.
Mi hanno riscritto chiedendomi di accettare.
Ho risposto di nuovo di no.

Poi stamattina mi trovo nella casella una mail che dice:
Ernesto, mi spiace, ho fatto presenti le tue perplessità ma sono stati irremovibili, sembrava fatto apposta per Libero. Il fatto è che internet è pubblico: spero di non crearti problemi di alcun tipo ma formalmente hanno ragione loro.
E quindi su Libero in edicola oggi dovrebbe esserci qualcosa di simile a quello che ho scritto io. Non l'ho ancora visto, ma poi forse mi mandano il pdf.

Mi sposto di qua

Dal momento che Iobloggo in questi giorni mi fa aspettare anche 5 minuti per salvare una semplice modifica e a volte non mi carica nemmeno la pagina, mi sposto su Blogger, che è decisamente più veloce. Ho copincollato gli ultimi tre post qui sotto.

giovedì 17 marzo 2011

Shibuya, la sera del 16 marzo

Ieri, mentre andavo a lezione a Shibuya (cioè, andavo a fare una lezione di italiano in una scuola in cui come sempre si svolgono regolarmente lezioni di lingua, tranne per il fatto che alcuni insegnanti scappati hanno creato dei problemi…) ho fatto un piccolo video del famoso incrocio con l'attraversamento multiplo. Chi la conosce noterà che ci sono molte meno luci del solito, e che i megaschermi sono spenti: sono le misure richieste dal governo per risparmiare energia elettrica, vista la carenza attuale. Anche i lampioni della piazza davanti al cane Hachiko erano spenti, perciò spero che scuserete le immagini tanto buie.
Tenuto conto che erano le 8 di sera di un giorno feriale in cui alcune linee di treni viaggiavano a singhiozzo o erano ferme; che la gente adesso esce più presto del solito dal lavoro perché molte ditte chiudono prima per risparmiare energia; che ci sono in giro meno macchine a causa del razionamento della benzina; che molti negozi chiudono prima del solito o fanno orario ridotto; che c'è ancora un po' di confusione riguardo a se, come e quando i blackout controllati entrano in vigore e in quali zone (il che vuol dire che c'è gente che preferisce non uscire, piuttosto che rischiare di restare a piedi o bloccato nel buio); che c'è gente anche tra i giapponesi che si è fatta prendere dal panico e ha lasciato la città o resta chiusa in casa… insomma, tutto considerato, c'è sempre un casino di gente.
Il video è cortissimo perché ero di fretta e ho solo fatto un paio di riprese in due punti vicini alla mia scuola.
Lo trovate QUI, anche a 720p.

Evacuazione per chi non ce la fa

Iobloggo oggi è lento da far paura. Stavo ormai per rinunciare, ma vi lascio solo alcuni cenni (e se domani è ancora così apro un blog su Wordpress).
L'ambasciata italiana a Tokyo, come potete leggere qui, invita gli italiani più deboli (sia fisicamente che di spirito) a lasciare le zone colpite dal terremoto e anche Tokyo. Il motivo non è un aumentato pericolo, ma il fatto che tra blackout programmati e scosse di assestamento, se a qualche italiano succede qualcosa poi non sia dia la colpa all'ambasciatore (ovviamente non hanno scritto così, ma il senso è quello).
Interessanti le considerazioni di Adamu, anglofono residente in Giappone, dall'ottimo blog Mutantfrog Travelogue, a riguardo della recente situazione.
Dallo stesso pezzo vengo portato a questa pagina, dove sono raccolte le dichiarazioni delle ambasciate americana e australiana, oltre a quella inglese che citavo ieri. Sono fondamentalmente rassicuranti per chi sta a Tokyo, anche se - come per l'ambasciata italiana - si consiglia l'evacuazione a chi non voglia/possa sopportare lo stress di terremoti, blackuout e potenziali altri problemi.
Japan Probe dà anche una spiegazione realistica del perché le dichiarazioni dell'ambasciata inglese sembrino un po' più pessimistiche di quelle dei suoi esperti nucleari, e del perché gli americani abbiano chiesto ai propri connazionali di portare la linea di evacuazione a 80 km, invece che ai 30 indicati dai giapponesi:
The revised statements look more like they’re aimed at domestic audiences than actual residents of Japan. In both countries, the media is running hyper-sensationalist stories about radiation dangers, so the State Department and Foreign Office have probably been overwhelmed with phone calls from hysterical people who are claiming that not enough is being done to protect their citizens from the giant clouds of deadly radiation that are supposedly flying all over Japan.
In the case of the United States, somebody probably questioned why the Embassy agreed with Japan, when in fact American nuclear regulations call for a 50 mile evacuation area. To be consistent with its own domestic policies, the United States revised the Japan figure.
Direi che la stessa cosa si può dire per l'Italia.
Joe Jones, sempre da MT, ci spiega perché buona parte delle compagnie aeree non volano più su Tokyo: i piloti hanno paura dei terremoti.