giovedì 24 marzo 2011

Fotografie

Per chi ancora non le avesse viste, sul sito del New York Times ci sono delle foto interattive prese dai satelliti, che mostrano le zone colpite dallo tsunami prima e dopo il disastro. Muovendo il cursore in mezzo ad ogni foto si può fare un confronto diretto molto impressionante.
(grazie a Lucio Bragagnolo)

Sul blog The Big Picture del Boston Globe, trovate invece un'ampia raccolta di foto (di cui molte bellissime, pur nella tragedia che rappresentano), quasi tutte con una didascalia esplicativa.
In ordine cronologico le trovate a queste pagine:

Massive earthquake hits Japan (11 marzo)
Earthquake aftermath (12 marzo)
Vast devastation (14 marzo)
New fears as the tragedy deepens (15 marzo)
Continuing crisis (16 marzo)
Hopes fade for finding more survivors (17 marzo)
One week later (18 marzo)

Questo per ricordare che, se qui da noi a Tokyo le cose vanno bene e non ci manca niente, lo stesso non si può certo dire per chi l'11 marzo ha perso tutto.

2 commenti:

  1. Ciao Ernesto!
    sono giunta sin qui grazie ad un articolo sul web che parlava appunto del sensazionalismo italiano nel raccontarci quel che sta succedendo in Giappone. Ti scrivo perché... non so a chi credere e cosa fare. Mi spiego...
    Io dovrei venire a Tokyo un mese a Luglio, ma ovviamente qui tutti (Agenzia compresa) mi dicono che è una cosa del tutto infattibile dato il pericolo di Fukushima. Dicono che ok, lì a Tokyo si dice che la situazione nella capitale non è rischiosa (basta evitare acqua, latte e ortaggi), ma la verità la sappiamo solo noi in Europa, e la verità è che il rischio di essere contaminati dalle radiazioni è altissimo e Tokyo non è assolutamente sicura; in Giappone vi dicono così per farvi stare tranquilli, in sostanza.
    Il fratello di un mio amico vive e lavora nella capitale ed è rientrato in Italia qualche giorno fa con moglie e figlia, e mi ha detto che tantissimi italiani stanno tornando in patria appunto per l'elevato rischio di contaminazione. Assolutamente io in Giappone non ci devo mettere piede.
    Poi ho letto l'articolo sul sensazionalismo italiano, ho girato un po' sul tuo blog, e pare che lì la situazione sia molto meno orientata al panico generale. Ti dirò, io sarei disposta a posticipare il mio viaggio di un paio di mesi, massimo 3, quindi partirei al massimo a fine settembre. Credi che sia fattibile la cosa? Sento che la situazione a Fukushima continua ad essere imprevedibile, ma credimi, è tutto un caos qui, non si capisce nulla. E vorrei tanto sapere se davvero rischio a venire lì, che so, a Settembre (qui tutti mi danno della pazza), ovviamente supponendo che la situazione al massimo non peggiori. E' un viaggio importante, mi darebbe molto fastidio non farlo. :/
    Chiedo gentilmente il tuo parere. Leggo ciò che scrive l'ambasciata, ma preferirei sentire direttamente persone che a Tokyo stanno vivendo.
    Grazie mille e perdona il disturbo! :(

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  2. Ciao, Erika.
    Per venire a luglio immagino che tu debba cominciare ad organizzarti già adesso, anche con il volo e tutto il resto. Siccome la situazione in questo momento non è grave, ma non si sa mai cosa potrebbe succedere dopo (per esempio, ci sono continue scosse di assestamento anche abbastanza forti, che piano piano dovrebbero diminuire, ma ci vorrà un bel po' prima che la terra si calmi), secondo me è meglio se vieni direttamente a settembre, così hai più tempo per guardare come si mettono le cose, per tranquillizzare amici e parenti, e anche perché settembre è un mese meno caldo e afoso di luglio. :-)

    P.S.
    Acqua, latte e ortaggi si possono benissimo comprare e consumare a Tokyo. L'importante è che non siano quelli che vengono dalle zone in cui sono stati rilevati livelli di radioattività oltre il limite legale (ma il problema non si pone neanche, perché non sono nemmeno messi in commercio).

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