mercoledì 20 aprile 2011

Repubblica invece di vergognarsi continua a raccontare bugie

Ormai il suo nome è una barzelletta, tra chi ha un minimo di conoscenza delle cose che accadono veramente in Giappone. Parlo del signor Giampaolo Visetti, l'inviato di Repubblica che più di tutti ha inventato e continua a inventare, tanto da farmi sospettare che lui in Giappone non ci sia mai stato veramente. Anzi, lo spero per lui. Uno che scrive certe cose stando veramente dove dice di essere, o è cieco e sordo oppure è accecato e assordato da interessi suoi personali o della testata per cui scrive.

Di Visetti avevamo parlato già nel post "Repubblica deve solo vergognarsi" e in "Il giornalismo, quello 'vero'". Nell'ultimo post avevo anche citato questa e questa pagina del blog "Giappone Mon Amour", in cui venivano dimostrato che praticamente tutti i personaggi intervistati o incontrati dal Visetti sono sue creazioni artistiche a cui ha dato nomi rubati a personaggi reali citati nei giornali stranieri.

Per quanto sia abituato a scribacchini inetti e in cattiva fede, non riesco veramente a capire come sia possibile che il Visetti continui a fare indisturbato il suo lavoro. O forse lo capisco, anche se a fatica. Questa storia mi ha ricordato infatti quella di Tommaso Debenedetti, il giornalista che si inventava le interviste con gli scrittori famosi, finché a un certo punto i non-intervistati se ne sono accorti e la cosa si è scoperta.

Chi non conosce questa storia se la può leggere con comodo in questa pagina del blog Onlyon, mentre in quest'altra del Post è riportata anche un'intervista a Debenedetti riguardo ai suoi falsi. Nessun redattore gli ha mai domandato prove, nessuno gli ha mai fatto domande. Nel panorama odierno della stampa, dice, sono cose che si possono fare senza alcun rischio.
Perché lo faceva? Per "gusto, per passione, per divertimento". Eppure, nonostante i suoi contatti con scrittori tanto importanti, nessun giornale a cui proponeva le interviste gli offriva un contratto.
Era come se in redazione sapessero che questi colloqui erano inventati e nonostante questo, pensassero: “Tanto non ci scopre nessuno”.
Come riassume il blog Onlyon:
gli scandali che escono fuori sono riconducibili al cattivo stato del giornalismo italiano: sensazionalista (perché il soggetto in questione puntava molto sulle affermazioni degli scrittori contrarie alle aspettative) […] e incapace di fare domande (perché c'è voluta una giornalista che da New York facesse un paio di telefonate per scoprire la versione dell'inventore di incontri)
Nelle interviste di Debenedetti gli scrittori parlavano tutti male di Obama, quelli di sinistra diventavano improvvisamente di destra, e così via. Nel caso di Visetti i suoi intervistati parlano male del governo, dell'energia nucleare, addirittura dell'imperatore e si lamentano di tutto quello di cui si lamenterebbe Visetti se fosse al loro posto.

Ma sono solo fandonie. Le ultime (per ora) sono quelle esaminate quasi parola per parola da Mamoru di Giappopazzie, in un post dal titolo un po' forte, ma che rispecchia quello che molti di noi italiani in Giappone pensiamo:

Vogliamo e prentendiamo "la testa" di Visetti

È un post cominciato dieci giorni fa, ma l'ultimo aggiornamento è di oggi.

3 commenti:

  1. Questo Visetti non sarà un granché come giornalista, ma come romanziere ha un futuro assicurato.

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  2. No, Anonimo, neppure come romanziere. Scrive in modo pessimo. Anche i suoi libri (dato che pare ne abbia gia' sfornati).

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  3. Il terremoto e il guasto alla centrale di Fukushima per certi nostri giornali (quasi tutti) sono arrivati come il cacio sui maccheroni dal momento che dopo qualche mese in Italia si è votato pro o contro le centrali nucleari e... guarda un po? Hanno vinto i contrari. Tra un po' dovremo spegnere le luci anche nelle strade e nelle stazioni di Roma, ma non a causa del terremoto... In ogni caso e' un pezzo che abbiamo imparato a non comprare e sopratutto a non leggere Repubblica.

    A proposito di buone letture date un'occhiata a www.rassegnastampa-totustuus.it e se possibile fatelo circolare tra i vostri amici

    Pietro L.

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