L'innalzamento della scala INES al livello 7 (cioè lo stesso livello di Chernobyl) significa soltanto che in entrambi i casi c'è stata una "importante fuga di materiale radioattivo con effetti considerevoli sulla salute e sull'ambiente". Come spiega il bollettino dell'Ambasciata d'Italia a Tokyo:
Questa valutazione e' basata sulla stima della quantità totale di radiazioni rilasciate in atmosfera durante l'incidente alla centrale nucleare di Fukushima-I, avvenute nei primi giorni della crisi.
Questa proposta di revisione del livello INES non è conseguenza né di un deterioramento della situazione attuale ai reattori di Fukushima-I, né di un aumento dei livelli di radioattività, né di una revisione dei valori finora registrati, ma rappresenta invece una stima quantitativa globale del rilascio di materiale radioattivo all'esterno dell'impianto e della conseguente diffusione nell'ambiente.
Ne consegue che questa valutazione non comporta nessun cambiamento delle condizioni di rischio radiologico.Ovviamente tutti sono corsi a titolare "Fukushima come Chernobyl", anche se spesso nel corpo dell'articolo si diceva esattamente il contrario, vedi per esempio questo pezzo della Stampa, che al titolo suddetto aggiunge anche un "Tokyo innalza il livello di allerta", come a suggerire che la situazione si è fatta più pericolosa, mentre invece nello stesso articolo gli esperti dell'AIEA e dell'OMS dichiarano l'opposto, cioè che la radioattività è in diminuzione ovunque (anche a Fukushima) e che oltre i 30 km della zona di evacuazione il rischio per la salute è molto basso.
L'usanza di fare titoli ad effetto è vecchia e stranota, ma questo non significa che sia accettabile. Anzi, i titoli dovrebbero fornire una vera sintesi, dal momento che molte persone si limitano a scorrere quelli.
Per fortuna c'è anche chi fa bene il suo lavoro, e titola giustamente: "Giappone/Aiea: Incidente Fukushima "diverso" da Cernobyl.
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