domenica 27 marzo 2011

I terremoti, questi conosciuti

Una cosa positiva delle radiazioni nucleari è che non le vedo né le sento. Cioè, ora in Giappone c'è mezzo mondo a misurare la radioattività nell'aria e gli isotopi nelle acque, i dati si trovano su internet, aggiornati quotidianamente: se voglio darci un'occhiata ogni tanto, giusto per verificare che continuino a mantenersi sugli attuali livelli di sicurezza, posso farlo senza che la cosa mi disturbi più di tanto, e addirittura l'Ambasciata d'Italia mi fa il favore di mandarmi un bollettino quotidiano con la descrizione della situazione.

Ma i terremoti sono un'altra cosa: li sento. Ogni giorno, più volte al giorno. E anziché trascurarli come facevo prima, quando ormai mi ero abituato alla loro presenza sporadica, il continuo susseguirsi di scosse di assestamento anche piuttosto grosse mi fa sempre supporre che potrebbero essere pericolose. Perciò, anche inconsciamente, i miei sensi sono sempre all'erta, al punto che ormai - come buona parte dei giapponesi - mi capita spesso di sentire terremoti anche quando non ci sono: in realtà poi mi accorgo che erano le vibrazioni provocate nel mio corpo dal regolare battito del cuore!

Ma non ci sarebbe bisogno di inventarseli, i terremoti: le scosse di assestamento verificatesi a partire dalle 14:46 JST dell'11 marzo scorso (cioè soltanto due settimane fa) sono state finora più di un migliaio, con 352 scosse di magnitudine 5; 59 di magnitudine 6; 3 di magnitudine 7, come si può leggere in questa pagina (aggiornata solo fino al 25 marzo) dell'Agenzia Meteorologica Giapponese.

Come si vede da questo grafico, che mostra il numero delle scosse di assestamento superiori alla magnitudine 5 dal 1933 ad oggi, si tratta del maggior numero di scosse di assestamento mai sperimentato in Giappone, un numero circa quattro volte più alto di qualunque terremoto verificatosi finora.
E non sono ancora finite.

In questa pagina trovate l'elenco costantemente aggiornato all'ultimo terremoto (nel momento in cui scrivo è stato un paio d'ore fa). La seconda colonna indica il momento in cui è avvenuta la scossa, la terza il luogo dell'epicentro, la quarta la magnitudine e la quinta l'intensità sismica secondo la scala giapponese:
Viene misurata in unità dette shindo (震度 intensità sismica, letteralmente "grado di scuotimento"). Diversamente dalla scala di magnitudo Richter (che misura la magnitudo complessiva di un terremoto, e rappresenta la grandezza del terremoto con un solo numero), la scala utilizzata dall'Agenzia Meteorologica Giapponese descrive l'intensità, cioè il grado di scuotimento in un punto determinato sulla superficie terrestre. Come risultato, la misurazione del terremoto varia da luogo a luogo, e una scossa rilevata può essere descritta come "shindo 4 a Tokyo, shindo 3 a Yokohama, shindo 2 a Shizuoka".
Sulla relativa pagina italiana della Wikipedia trovate anche una tabella che descrive gli effetti su persone, oggetti, ed edifici di ogni grado di questa scala. Nel mio quartiere il terremoto dell'11 marzo è stato percepito come shindo 5-, in molti quartieri di Tokyo come shindo 5+, e ovviamente vicino all'epicentro come 6 o 7 (il massimo su questa scala).

I dati locali di intensità sismica vengono registrati da 600 rilevatori sparsi per tutto il paese, e qualche minuto dopo ogni terremoto sono disponibili online, oltre ad essere mostrati in sovrimpressione da diversi canali TV.

Il dati sul terremoto dell'11 marzo, per esempio, erano questi (in giapponese qui). La mappa in quelle pagine è cliccabile due volte per ingrandire la zona che volete osservare da vicino. Sotto la mappa ci sono i dati relativi all'intensità in ogni provincia, città, quartiere in cui si trovano i rilevatori.

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