Iobloggo oggi è lento da far paura. Stavo ormai per rinunciare, ma vi lascio solo alcuni cenni (e se domani è ancora così apro un blog su Wordpress).
L'ambasciata italiana a Tokyo, come potete leggere qui, invita gli italiani più deboli (sia fisicamente che di spirito) a lasciare le zone colpite dal terremoto e anche Tokyo. Il motivo non è un aumentato pericolo, ma il fatto che tra blackout programmati e scosse di assestamento, se a qualche italiano succede qualcosa poi non sia dia la colpa all'ambasciatore (ovviamente non hanno scritto così, ma il senso è quello).
Interessanti le considerazioni di Adamu, anglofono residente in Giappone, dall'ottimo blog Mutantfrog Travelogue, a riguardo della recente situazione.
Dallo stesso pezzo vengo portato a questa pagina, dove sono raccolte le dichiarazioni delle ambasciate americana e australiana, oltre a quella inglese che citavo ieri. Sono fondamentalmente rassicuranti per chi sta a Tokyo, anche se - come per l'ambasciata italiana - si consiglia l'evacuazione a chi non voglia/possa sopportare lo stress di terremoti, blackuout e potenziali altri problemi.
Japan Probe dà anche una spiegazione realistica del perché le dichiarazioni dell'ambasciata inglese sembrino un po' più pessimistiche di quelle dei suoi esperti nucleari, e del perché gli americani abbiano chiesto ai propri connazionali di portare la linea di evacuazione a 80 km, invece che ai 30 indicati dai giapponesi:
The revised statements look more like they’re aimed at domestic audiences than actual residents of Japan. In both countries, the media is running hyper-sensationalist stories about radiation dangers, so the State Department and Foreign Office have probably been overwhelmed with phone calls from hysterical people who are claiming that not enough is being done to protect their citizens from the giant clouds of deadly radiation that are supposedly flying all over Japan.In the case of the United States, somebody probably questioned why the Embassy agreed with Japan, when in fact American nuclear regulations call for a 50 mile evacuation area. To be consistent with its own domestic policies, the United States revised the Japan figure.
Direi che la stessa cosa si può dire per l'Italia.
Joe Jones, sempre da MT, ci spiega perché buona parte delle compagnie aeree non volano più su Tokyo: i piloti hanno paura dei terremoti.
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