mercoledì 30 marzo 2011

DPTS

Anche oggi una ventina di terremoti, ma nessuno particolarmente rilevante a Tokyo. Del resto, ormai, a meno che non abbia delle prove certe che ci sia una scossa in atto, tipo un lampadario che oscilla visibilmente, fatico a distinguere i terremoti veri da quelli che mi invento, come scrivevo qui.

Tra parentesi, ho ricevuto varie conferme che non sono l'unico. Una mia studentessa, per esempio, oggi diceva che dal giorno del terremoto ha qualche problema di equilibrio. Suppongo che l'esperienza del suolo che si muove abbia incrinato in qualche modo la nostra certezza atavica che la terra sia "terraferma". E probabilmente buona parte di noi è anche affetta da versioni più o meno leggere di DPTS (Disturbo Post-Traumatico da Stress), perché pur non essendo terremotati abbiamo sperimentato la scossa più forte mai percepita nella nostra vita, in molti abbiamo pensato di stare per morire, perciò è probabile che qualcosa sia rimasto dentro, anche se poi ognuno di noi ha reagito in modo diverso.

I giapponesi (ma anche chi vive qui da molto, come me) sono abituati alle scosse di terremoto, perciò la reazione psicologica a questo fatto è probabilmente mitigata. A me è venuto da ridere quando ho letto la prima volta questo articolo, che racconta la paura di una ragazza italiana che quel giorno stava a Osaka. Osaka! - ho pensato.  Dove la percezione del terremoto è stata di 1, 2 o al massimo di 3 shindo! A Tokyo è arrivata fino a 5+!

Ma poi mi sono reso conto che per chi non ha mai provato il terremoto anche una piccola scossa fa molta paura. E ho pensato ai molti, anche già vaccinati ai terremoti, che hanno superato quello dell'11 marzo apparentemente indenni e che poi si sono fatti prendere da un panico irrazionale per i fatti di Fukushima. Leggendo qualcosa sul DPTS ho visto che si manifesta anche sotto forma di ansia estrema.
Cito da qui:
sia i grandi sia i più piccoli quando vengono esposti a qualcosa che in qualche modo (reale o simbolico) assomiglia al terremoto reagiscono provando un intenso disagio psicologico, oppure manifestando reattività fisiologica (difficoltà ad addormentarsi o insonnia, irritabilità, difficoltà a mantenere la concentrazione, ipervigilanza ed esagerate risposte d’allarme. 
Il pericolo nucleare, ingrandito dall'ansia post-terremoto e dall'aiuto fornito dei media italiani, dev'essere poi stata la goccia che ha dato un colpo decisivo alla mente di coloro che nel giro di un paio di giorni dal sisma hanno fatto le valigie e sono fuggiti dal Giappone (e qualcuno che conosco si è già licenziato dal lavoro qui e ne sta cercando uno in Italia…).

Un'amica, residente a Tokyo ormai da anni, è rientrata in Italia una settimana dopo il terremoto e mi ha scritto:
La mia è stata una decisione improvvisa, ma penso che ne avevo bisogno... Lo shock del terremoto si fa sentire ora che sono a casa tranquilla e i nervi si sono distesi... I primi due giorni qui non ho fatto che piangere, ora mi sono calmata e forse domani riuscirò a mettere piede fuori casa. 
Lei probabilmente tornerà. Altri no.

In realtà so che si parla realmente di DPTS solo quando diventa una vera e propria malattia, perché i primi giorni dopo l'evento traumatico lasciano su tutti dei segni, che poi però piano piano spariscono e non necessariamente sfociano nel DPTS.

Ma il mio scopo qui non era giocare a fare il piccolo psicologo. Volevo soltanto dire che leggere di queste cose mi ha aiutato a guardare con più comprensione e realismo quelli che alcuni miei compagni rimasti qui hanno un po' frettolosamente battezzato "i caghetta".

Aggiornamento: quello che in italiano è DPTS (Disturbo Post-Traumatico da Stress) viene dall'inglese PTSD (Post-Traumatic Stress Disorder). Non è che in italiano sarebbe più corretto chiamarlo DSPT, cioè "Disturbo da Stress Post-Traumatico"?

martedì 29 marzo 2011

Risparmiamo energia

In questi giorni, in cui alcune centrali nucleari sono ferme, nel centro-nord del Giappone non c'è abbastanza corrente elettrica perché si possa usare come si faceva prima del terremoto (sul perché l'elettricità manca solo nel centro-nord potete leggerlo qui).

La TEPCO ha quindi organizzato dei blackout programmati di circa 3 ore al giorno, suddividendo ogni regione e città in zone a cui è stato assegnato un numero da 1 a 5. Il mio quartiere, per esempio, appartiene al gruppo 5, perciò per sapere quando avverrà il blackout devo guardare tabelle tipo questa, che si riferisce a dopodomani (cliccate per ingrandire):


Nel mio caso possiamo vedere che il blackout dovrebbe verificarsi a partire dalle 9:20 e, nel caso il consumo di energia dovesse essere superiore alle aspettative, anche delle 16:50. Per il momento non mi risulta che ci sia mai stato più di un blackout al giorno e, anzi, in certe zone - come proprio la mia - sono stati annunciati ma non sono mai realmente avvenuti. Questo è un mistero che ancora non sono riuscito a spiegarmi: a qualche centinaio di metri da me i blackout sono avvenuti regolarmente, mentre nel mio quartiere no. Qualcuno dice che se nei paraggi c'è un grosso incrocio è probabile che la corrente non vada via per non toglierla ai semafori, ma siccome di grossi incroci qui non ce ne sono, può darsi che ci siano altri motivi che non conosco (la casa di un pezzo grosso del governo? una base segreta dell'esercito? la sede locale del CTU?).

Di giorno in giorno l'orario previsto per il blackout di un gruppo viene anticipato allo scaglione precedente. Questa è la tabella per venerdì:


Come vedete il gruppo 5 avrà il blackout nell'orario che giovedì era del gruppo 4, che lo avrà invece nell'orario che era del gruppo 3, e così via. Personalmente troverei più intuitivo se si andasse in avanti, anziché all'indietro (a me sembra più facile ricordare che il mio blackout di domani comincia dall'orario in cui è finito quello di oggi, piuttosto che ricordare che finisce all'orario in cui è iniziato quello di oggi, ma forse in fin dei conti non è molto diverso).

Ogni tanto la TEPCO, sulla base della disponibilità di corrente e dell'uso che ne è stato fatto finora, comunica che i blackout sono momentaneamente sospesi, come è il caso di oggi, per esempio:


Vengono anche forniti dati, aggiornati ogni ora, riguardanti la disponibilità di corrente a Tokyo e la percentuale di utilizzo che ne viene fatta. Questa si riferisce alle ore 14:00 di oggi, e l'ho trovata qui.


L'unica zona ad essere sempre risparmiata dai blackout è il centro di Tokyo, in quanto è anche il centro nevralgico di tutto il Giappone. Però anche lì la maggior parte degli uffici e dei negozi chiudono più presto del solito per contribuire al risparmio di corrente (sono quindi aboliti gli straordinari, che in Giappone sono la norma), tengono accese meno luci, schermi, macchinari durante l'orario di lavoro, e la sera le migliaia di luci sfavillanti che erano tipiche del panorama della città sono spente o di molto ridimensionate, come avevo già mostrato in questo video. Devo dire che questo "buio" a Tokyo ha anche un suo fascino. Dopotutto non è che non ci si veda: è comunque illuminata come lo è normalmente una qualunque città italiana.

Dalle grandi ditte ai privati cittadini, tutti sono invitati a collaborare per rendere meno problematica possibile questa carenza di energia, spegnendo le luci accese inutilmente o tenendo un po' più basso il riscaldamento.

Prendendo spunto da un recente posto di Lorenzo, vi segnalo il blog giapponese Setsuden Poster, che raccoglie manifesti che invitano la popolazione al "setsuden (節電)", ovvero a ridurre il consumo di elettricità. Si tratta di poster creati da diversi designer e messi a disposizione gratuitamente per chi volesse farne uso.

domenica 27 marzo 2011

I terremoti, questi conosciuti

Una cosa positiva delle radiazioni nucleari è che non le vedo né le sento. Cioè, ora in Giappone c'è mezzo mondo a misurare la radioattività nell'aria e gli isotopi nelle acque, i dati si trovano su internet, aggiornati quotidianamente: se voglio darci un'occhiata ogni tanto, giusto per verificare che continuino a mantenersi sugli attuali livelli di sicurezza, posso farlo senza che la cosa mi disturbi più di tanto, e addirittura l'Ambasciata d'Italia mi fa il favore di mandarmi un bollettino quotidiano con la descrizione della situazione.

Ma i terremoti sono un'altra cosa: li sento. Ogni giorno, più volte al giorno. E anziché trascurarli come facevo prima, quando ormai mi ero abituato alla loro presenza sporadica, il continuo susseguirsi di scosse di assestamento anche piuttosto grosse mi fa sempre supporre che potrebbero essere pericolose. Perciò, anche inconsciamente, i miei sensi sono sempre all'erta, al punto che ormai - come buona parte dei giapponesi - mi capita spesso di sentire terremoti anche quando non ci sono: in realtà poi mi accorgo che erano le vibrazioni provocate nel mio corpo dal regolare battito del cuore!

Ma non ci sarebbe bisogno di inventarseli, i terremoti: le scosse di assestamento verificatesi a partire dalle 14:46 JST dell'11 marzo scorso (cioè soltanto due settimane fa) sono state finora più di un migliaio, con 352 scosse di magnitudine 5; 59 di magnitudine 6; 3 di magnitudine 7, come si può leggere in questa pagina (aggiornata solo fino al 25 marzo) dell'Agenzia Meteorologica Giapponese.

Come si vede da questo grafico, che mostra il numero delle scosse di assestamento superiori alla magnitudine 5 dal 1933 ad oggi, si tratta del maggior numero di scosse di assestamento mai sperimentato in Giappone, un numero circa quattro volte più alto di qualunque terremoto verificatosi finora.
E non sono ancora finite.

In questa pagina trovate l'elenco costantemente aggiornato all'ultimo terremoto (nel momento in cui scrivo è stato un paio d'ore fa). La seconda colonna indica il momento in cui è avvenuta la scossa, la terza il luogo dell'epicentro, la quarta la magnitudine e la quinta l'intensità sismica secondo la scala giapponese:
Viene misurata in unità dette shindo (震度 intensità sismica, letteralmente "grado di scuotimento"). Diversamente dalla scala di magnitudo Richter (che misura la magnitudo complessiva di un terremoto, e rappresenta la grandezza del terremoto con un solo numero), la scala utilizzata dall'Agenzia Meteorologica Giapponese descrive l'intensità, cioè il grado di scuotimento in un punto determinato sulla superficie terrestre. Come risultato, la misurazione del terremoto varia da luogo a luogo, e una scossa rilevata può essere descritta come "shindo 4 a Tokyo, shindo 3 a Yokohama, shindo 2 a Shizuoka".
Sulla relativa pagina italiana della Wikipedia trovate anche una tabella che descrive gli effetti su persone, oggetti, ed edifici di ogni grado di questa scala. Nel mio quartiere il terremoto dell'11 marzo è stato percepito come shindo 5-, in molti quartieri di Tokyo come shindo 5+, e ovviamente vicino all'epicentro come 6 o 7 (il massimo su questa scala).

I dati locali di intensità sismica vengono registrati da 600 rilevatori sparsi per tutto il paese, e qualche minuto dopo ogni terremoto sono disponibili online, oltre ad essere mostrati in sovrimpressione da diversi canali TV.

Il dati sul terremoto dell'11 marzo, per esempio, erano questi (in giapponese qui). La mappa in quelle pagine è cliccabile due volte per ingrandire la zona che volete osservare da vicino. Sotto la mappa ci sono i dati relativi all'intensità in ogni provincia, città, quartiere in cui si trovano i rilevatori.

giovedì 24 marzo 2011

Fotografie

Per chi ancora non le avesse viste, sul sito del New York Times ci sono delle foto interattive prese dai satelliti, che mostrano le zone colpite dallo tsunami prima e dopo il disastro. Muovendo il cursore in mezzo ad ogni foto si può fare un confronto diretto molto impressionante.
(grazie a Lucio Bragagnolo)

Sul blog The Big Picture del Boston Globe, trovate invece un'ampia raccolta di foto (di cui molte bellissime, pur nella tragedia che rappresentano), quasi tutte con una didascalia esplicativa.
In ordine cronologico le trovate a queste pagine:

Massive earthquake hits Japan (11 marzo)
Earthquake aftermath (12 marzo)
Vast devastation (14 marzo)
New fears as the tragedy deepens (15 marzo)
Continuing crisis (16 marzo)
Hopes fade for finding more survivors (17 marzo)
One week later (18 marzo)

Questo per ricordare che, se qui da noi a Tokyo le cose vanno bene e non ci manca niente, lo stesso non si può certo dire per chi l'11 marzo ha perso tutto.

Di acqua e radiazioni

La situazione alla centrale di Fukushima non è cambiata molto da ieri. Qui trovate il nuovo rapporto dell'Ambasciata, che dà anche qualche informazione riguardo all'acqua. In breve, in un campione prelevato in una zona di Tokyo è stato rilevato un valore di Iodio-131 superiore ai limiti consentiti dalla legge giapponese per i bambini al di sotto dei 12 mesi. Nella stesso luogo, il giorno dopo, il valore rilevato era già molto più basso.
Il rapporto che ho citato sopra indica anche come in Giappone siano più severi che in Italia riguardo a questi limiti di legge.

Personalmente aggiungo che lo Iodio-131 è un isotopo che "muore" molto velocemente. Ha un'emivita di soli 8 giorni, cioè ogni 8 giorni metà dei suoi atomi decadono. Niente in confronto al Cesio-137, per esempio, la cui emivita è di 30 anni. Ma per ora di Cesio-137 nell'acqua ce n'è in quantità assolutamente irrilevante o è del tutto assente.

Per chi vuole addentrarsi in tutti i numeri relativi alle radiazioni nell'aria del Giappone alle analisi delle acque, ho messo nella sezione "Utili" della colonna di sinistra il link al post che Mamoru (su Giappopazzie) aggiorna quotidianamente con i nuovi dati man mano che diventano disponibili. Il suo lavoro è veramente encomiabile.

Qui sotto invece trovate un grafico (cliccate per aprirlo in una nuova finestra e cliccate ancora per ingrandirlo al massimo) che in modo molto chiaro (se capite l'inglese) mette a confronto diverse dosi di radiazioni, da quelle che riceviamo dormendo accanto a un'altra persona a quelle che avremmo potuto ricevere stando dieci minuti accanto al nucleo del reattore di Chernobyl dopo l'esplosione e la fusione. La fonte è questa e io l'ho trovato qui.

mercoledì 23 marzo 2011

Qualche link

Siccome oggi ho perso tempo con la storia delle versioni per iPhone, per gli aggiornamenti sulla situazione giapponese, oltre al solito sito dell'Ambasciata  (trovate il link nella colonna a sinistra) vi rimando ad altri blog di residenti in Giappone.

Diversi di loro si sono scatenati con foto, video e descrizioni per dimostrare che qui siamo tutti più in forma che mai.

In particolare oggi vi consiglio di fare un giro sul blog di Laura e su quello di Luca.

Qualunque blogspot per iPhone

Il sistema indicato nel post precedente serviva agli autori dei blog, se vogliono che il loro sito sia più leggibile sugli smartphone.
Ma anche nel caso in cui l'autore non abbia provveduto, è comunque possibile attivare la versione mobile dei blog di Blogger (cioè quelli che, come questo, hanno l'indirizzo "blogspot.com")  aggiungendo "?m=1" dopo l'indirizzo del blog.

In pratica, se volete accedere, per esempio, a giapponemonamour.blogspot.com in versione mobile, basterà scrivere giapponemonamour.blogspot.com/?m=1 e il blog verrà visualizzato in una versione più adatta ai cellulari:


Ovviamente, se accederete al blog dall'indirizzo di base (cioè senza il "?m=1"), vi apparirà la versione per web. Per far sì che la cosa sia automatica, cioè che accedendo dal cellulare abbiate la versione mobile e accedendo da un altro dispositivo abbiate la versione web, potete salvare sul cellulare un bookmark contenente il "?m=1" nell'indirizzo, oppure convincere l'autore del blog ad attivare la versione mobile.

eBuroggu per iPhone

Dopo aver verificato che su iPhone la lettura di questo blog era piuttosto scomoda, ho fatto una ricerca e ho scoperto che da circa 3 mesi anche Blogger ha una modalità di visualizzazione per cellulari, ma è ancora in beta e quindi non disponibile nel modo normale. Però è attivabile in modo molto semplice, e infatti sono bastati un paio di click per passare da questo:



…a questo:



Non è ancora il massimo dell'eleganza, il template non si può scegliere (ce n'è più di uno, ma sono in qualche modo legati a quello usato nella versione per il web), e c'è qualche problemino, ma è sicuramente più leggibile. Poi, se a uno non piace, basta che clicchi in fondo alla pagina e scelga la versione per web. Da quel momento in poi il browser dovrebbe ricordarsi la scelta effettuata.

Chi ha un blog sulla mia stessa piattaforma e volesse attivare anche lui la versione mobile, deve:

1) accedere a http://draft.blogger.com
2) cliccare su Impostazioni
3) cliccare sul tab Email & cellulare
4) dove dice "Mostra modello per cellulari" cliccare in corrispondenza del "sì"
5) in fondo alla pagina cliccare su "Salva impostazioni"

Può anche darsi che dopo il punto 1 vi appaia un fumetto che vi invita ad attivare la versione mobile. Accettate e poi salvate.

Maggiori informazioni (in inglese) le trovate sul blog di Blogger in draft.

martedì 22 marzo 2011

Filantropi yakuza

Chi capisce l'inglese può leggersi questo articolo che racconta le buone azioni intraprese da alcuni gruppi di yakuza (i mafiosi giapponesi) per aiutare i terremotati.

Se l'avesse scritto chiunque altro avrei subito pensato a una bufala, ma siccome l'autore è Jake Adelstein, suppongo che gli si possa credere.

Comincia così:
The worst of times sometimes brings out the best in people, even in Japan’s “losers” a.k.a. the Japanese mafia, the yakuza. Hours after the first shock waves hit, two of the largest crime groups went into action, opening their offices to those stranded in Tokyo, and shipping food, water, and blankets to the devastated areas in two-ton trucks and whatever vehicles they could get moving. The day after the earthquake the Inagawa-kai (the third largest organized crime group in Japan which was founded in 1948) sent twenty-five four-ton trucks filled with paper diapers, instant ramen, batteries, flashlights, drinks, and the essentials of daily life to the Tohoku region. 

Chi fosse interessato a leggere altri pezzi di Adelstein li può trovare nel suo sito: Japan Subculture Research Center.

Aggiornamento: sul sito di Marco Togni trovate la traduzione in italiano.

Va sempre meglio

La situazione della centrale di Fukushima sembra migliorare costantemente. L'Ambasciata d'Italia ha diramato un nuovo bollettino che lascia ben sperare. Anche se, ovviamente, continuano a consigliare agli italiani fuggiti altrove di non rientrare ancora in Giappone finché non saremo un po' più sicuri che il rischio si è veramente ridotto. Il motivo è comprensibile ed è specificato nel bollettino precedente:
Chi non avesse ancora lasciato l'area o rientrasse a Tokyo dovra’ predisporre autonomamente i mezzi per un’eventuale evacuazione in caso di eventuale improvviso deterioramento delle condizioni di contaminazione.
Il concetto è: noi intanto vi diciamo di stare lontani, così se poi succede qualcosa (qualunque cosa) non potrete dare la colpa a noi.

Ma come dargli torto, quando si trovano ad avere a che fare con persone che vogliono portarli in tribunale perché il giorno del terremoto non hanno subito organizzato un aereo per far fuggire tutti i turisti dal Giappone?

lunedì 21 marzo 2011

Il gatto di Ginza

Il brevissimo video che segue, l'ho ripreso sabato a Tokyo, nel quartiere di Ginza. Ero di passaggio e di corsa, perciò la qualità è quella che è. Ma è singolare che soltanto il giorno dopo, nello stesso luogo, sarebbero scomparse improvvisamente tutte le persone tranne "pochi passanti, protetti da cappelli, ombrelli e mascherine" che avrebbero ignorato "i centri commerciali del centro, in gran parte chiusi",  e sarebbero apparsi gli ambulanti che mettono "all'asta compresse di iodio sul marciapiede, a prezzi esorbitanti, come fossero spacciatori".

Oh, io più rileggo quell'articolo e più lo trovo di un umorismo surreale!

A Tokyo continua a non mancare niente

Albino sul suo blog entra in merito anche lui alla storia dell'articolo di Repubblica del post precedente.


Marco, il collega che mi aveva scritto ieri sera, rincara la dose con questa mail di stasera e qualche foto:

Oggi sono andato a fare la spesa al supermercato vicino a casa. Vedendo che era tutto normale, ho deciso di fare delle foto che dovrebbero servire a dissipare eventuali dubbi sulla mancanza di prodotti alimentari in Giappone.
Dunque di cibo a Tokyo ce n'è in abbondanza e di ogni genere.
Anche lo scatolame, che secondo il giornalista della Repubblica doveva essere scomparso, in realtà c'è. I prezzi mi sembrano abbastanza modici, e comunque sono i prezzi di sempre.
Non è possibile che sia cibo inscatolato dopo l'11 marzo (anche se in realtà il cibo "sospetto di contaminazione" dovrebbe essere quello inscatolato dopo le esplosioni verificatesi ai reattori, e non subito dopo il terremoto), in ogni caso il cibo non arriva sugli scaffali dei supermercati in così pochi giorni. Lo scatolame  viene tenuto nei magazzini per settimane, prima di essere gradualmente mandato nei negozi a rimpiazzare quello venduto. Quello che vediamo adesso nei supermercati è quello che era nei magazzini prima del "panico", quindi è scatolame al di fuori di ogni sospetto di contaminazione. Nonostante ciò, come possiamo vedere dalle foto, i prezzi non sono assolutamente cambiati.
Oggi c'era anche il latte in quantità abbondante.
Insomma non manca niente. Credo che sia il caso di avvertire, o meglio, rassicurare il povero inviato della Repubblica, il quale sembra essere l'unico veramente in preda al panico...

È di nuovo il caso di ricordare a tutti che chi ha veramente bisogno di cibo, acqua, medicine e tutto il resto, sono i terremotati. Non certo chi sta a Tokyo.




"Repubblica" deve solo vergognarsi

Mentre dall'ambasciata d'Italia e dalle fonti realmente informate arrivavano notizie confortanti perché mostrano un miglioramento nella crisi della centrale nucleare di Fukushima, ieri sul sito di Repubblica è apparso un pezzo a firma Giampaolo Visetti falso, ridicolo e offensivo sia per i suoi lettori che per chi a Tokyo ci vive e lavora.

Dal momento che anche questo, come quello del signor Salvia del Corriere che citavo qui, descrive una Tokyo che sta solo nella testa dei giornalisti in cattiva fede, molti di noi residenti hanno già protestato e denunciato questo ennesimo caso di sciacallaggio.

Vi invito perciò a leggere "Vergogna!", in questa pagina.
Proprio nel giorno in cui le buone notizie abbondano (le rassicurazioni sulla qualita' dell'acqua, il miglioramento della situazione a Fukushima, due sopravvissuti ritrovati tra le macerie a 9 giorni dallo tsunami) mi ritrovo sotto agli occhi questo articolo colmo di falsita'.
Tokyo e' viva. I ristoranti sono aperti, la gente cammina per le strade, donne, uomini, vecchi e bambini. Si continua a lavorare. Perche'? Perche' speculare, perche' mentire, perche' inventare? 
In questa pagina trovate (riportata da una pagina di Facebook, che non essendo disponibile ai non iscritti non è linkabile) una lettera aperta al signor Visetti, in cui viene fatto un po' di debunking (in parole povere, "sbugiardamento") entrando in merito a quel che l'articolo descrive.

Ma quella lettera non smentisce tutto, perché si tratta di un pezzo così ricco di bugie che bisognerebbe scrivere una pagina per ogni riga di falsità.

Avevo anch'io pensato di fare un debunking riga per riga, parola per parola, ma alla fine mi sono detto che non ne vale la pena. Ho altre cose da fare, ho il lavoro e la vita di ogni giorno, normale, niente affatto come la descrive Visetti. La verità è che la situazione non è cambiata da come ve l'avevo mostrata nel video di due giorni fa.

Quello che mi hanno mostrato le webcam di Shibuya oggi, buio e freddo giorno di pioggia, è il panorama usuale di un qualunque giorno di pioggia:





Non starò a ripetere quel che è già stato scritto altrove. Mi limiterò solo a due o tre punti marginali, se vogliamo, che altri non hanno trattato.

"A Tokyo i grandi alberghi chiudono"! Quali grandi alberghi? Basta andare sui siti di tutti i grandi alberghi di Tokyo per trovare una pagina che esprime il cordoglio per le vittime e rassicura sull'apertura normale dell'hotel, avvisando soltanto che - per seguire le direttive del governo riguardo al risparmio di energia elettrica - alcuni ristoranti interni all'albergo fanno orario ridotto. Vedi per esempio il Tokyo Regency Hyatt, l'Hilton, il Cerulean Tower, il Royal Park (il messaggio in inglese è in fondo), il Seiyo Ginza… e poi mi sono stufato, perché è un lavoro inutile. Nessun albergo chiude, o se lo fa avrà i suoi motivi indipendenti dalla crisi in corso.

"A sud è impossibile trovare una camera per settimane"? A sud dove? Che razza di affermazione è? Ma non ci vuole molto per smentire questa cosa, basta andare su Booking.com, per chi non sa il giapponese, oppure su Jalan, che essendo un sito locale offre molte più possibilità di scelta, e provare a cercare una stanza in qualche città del sud (Kyoto, Osaka, Nagoya, Hiroshima, Fukuoka…). Qualche problema? Nessuno.

Poi, non so a Tokyo, ma qui a Kawasaki (zero chilometri da Tokyo), la spazzatura viene regolarmente raccolta dai soliti camion.

Una cosa che mi ha infastidito non poco è quando il Visetti se n'è uscito con questa frase:
L'intero villaggio di Futunaba, vicino a Fukushima, ieri è stato trasferito a Saitanama, poco a nord di Tokyo, causando la sollevazione dei residenti.
A parte che i nomi corretti sono Futaba e Saitama, si tratta di 1800 persone o giù di lì che sono state ospitate nel Saitama Super Arena, uno stadio da 37.000 spettatori che secondo le autorità potrà ospitare fino a 5000 rifugiati. Non ho sentito parlare di nessuna sollevazione dei residenti. Per quale motivo, poi? Perché dei poveracci costretti a lasciare le loro case troppo vicine alla centrale nucleare sono stati accolti nello stadio cittadino?!

In un momento in cui tutto il Giappone è mobilitato per questa emergenza, in cui la gente normale usa meno luce anche in casa propria perché sa che ce n'è bisogno altrove, in cui tutti quelli che il terremoto ha toccato solo di striscio e che adesso non hanno NESSUN problema reale cercano di fare il possibile per chi sta peggio di loro, l'idea che gli abitanti di Saitama (una città di più di un milione di abitanti) si arrabbino perché costretti ad accogliere in uno stadio duemila donne, vecchi e bambini è veramente ridicolo.

E poi basta, che non ho tempo da perdere con il signor Visetti.

Chiudo con le parole che mi ha scritto ieri sera un mio collega, Marco, anche lui insegnante a Tokyo, che ieri era al lavoro (che strano, eh? c'è la fine del mondo e la gente ha pure il tempo di andare a lezione di lingua italiana!) a Ginza:

Dunque ho fatto il solito pezzo di strada per andare fino alla scuola : 200~300 metri lungo la via Ginza. E mi e' sembrato che ci fossero molte persone. Poi sono andato a fare le fotocopie al "Combini" [come vengono chiamati i piccoli supermarket, n.d.E.] e anche nelle vie interne di gente ce n'era parecchia come al solito.
Mentre tornavo a casa dopo il lavoro, erano le 18:00 passate da poco, ho notato che i negozi cominciavano a chiudere. Per evitare il piu' possibile i black-out programmati, il Governo giapponese ha chiesto a tutti di dare una mano a risparmiare energia elettrica. Quindi i negozi chiudono un po' prima e l'intensita' del traffico ferroviario viene diminuita leggermente. Il che significa che, invece di esserci un treno ogni 3 minuti, ce n'e' uno ogni 5 (Linea Ginza). Oppure invece di un treno ogni 7 minuti, uno ogni 10 (Linea Toyoko), ecc.
Poi prima di tornare a casa sono passato dal supermercato, ad Okurayama, per fare un po' di spesa. C'era tutto in grande quantita', mancava solo il latte fresco.
A me sembra che l'inviato della Repubblica stia volutamente, in modo vergognoso, ingigantendo gli effetti del panico di cui  e' stato preda, in un momento di debolezza,  un popolo colpito da questa orribile tragedia.

domenica 20 marzo 2011

NHK World in diretta

Ricordo, per chi ancora non lo sapesse, che è possibile seguire lo streaming live del canale in inglese NHK World, della televisione giapponese.

Potete vederlo SUL SITO UFFICIALE.
Oppure, a qualità inferiore, anche su Ustream.

Aggiornamento delle 14:00, ora di Tokyo

Un altro messaggio è giunto da poco dall'Ambasciata, e ovviamente mette quattro o cinque mani avanti avvertendo che potrebbero ancora succedere catastrofi inimmaginabili, ma tutto sommato direi che è positivo.

Ieri sera ho guardato in TV le imprese dei pompieri arrivati da tutto il Giappone per collaborare al raffreddamento della centrale di Fukushima, con tutti i rischi connessi, e c'è proprio da essere fieri di questa gente.

Sempre ieri hanno mostrato la partenza dei ragazzi di Sendai, una delle zone più colpite dal terremoto, che parteciperanno al torneo nazionale liceale di baseball, il Koshien. Come sa bene chi abbia letto qualche manga (di Mitsuru Adachi, per esempio) questo torneo giovanile estivo è uno dei più importanti dell'anno, seguito da gran parte della popolazione grazie alla massiccia copertura televisiva.  C'è chi ritiene molto più interessante il Koshien, rispetto al baseball professionistico, perché l'età dei partecipanti e la loro spontaneità lo rende più emozionante e anche commovente.

C'era stata indecisione riguardo alla possibilità di cancellare l'evento, in seguito al terremoto, ma gli organizzatori hanno deciso di non distruggere il sogno dei ragazzi di arrivare alla finale e giocare nel mitico stadio Koshien. Anche per gli abitanti di Sendai intervistati, vedere i propri ragazzi combattere con passione per i propri sogni potrà servire a ridare speranza e coraggio ai loro concittadini.

L'acqua di Tokyo e la centrale

Siccome ho poco tempo (ho del lavoro arretrato da finire al più presto!) oggi segnalo solo due cose.

Prima due estratti dagli ultimi due bollettini dell'Ambasciata d'Italia a Tokyo, che potete anche leggere da voi partendo dal link nella colonna di sinistra, sezione "Utili".


In relazione alle notizie circolate circa il rilevamento di radioattivita' nell'acqua della citta' di Tokyo, l'Ambasciata d'Italia ha preso contatto con l'Ufficio Igiene del Governatorato di Tokyo per avere informazioni piu' precise e dettagliate. Secondo quanto riferitoci dai tecnici del Governatorato di Tokyo, le rilevazioni della presenza di radioattivita' nell'acqua sono iniziate a partire dal 18 marzo 2011, a causa dell'emergenza creatasi nella centrale Fukushima-I.
Nel campione di acqua prelevato i laboratori hanno rilevato un livello di radioattivita' pari a 1,47 bekerel/litro. La soglia indicata dalla Nuclear Safety Commission come compatibile con la tutela della salute umana e' pari a 300 bekerel/litro. (20 marzo, 12:00 di Tokyo)


Nella giornata di oggi e’ proseguita l’irrorazione con acqua di mare dall'esterno del reattore numero 3. L'intervento, che peraltro non puo' essere risolutivo, ha tuttavia consentito di far scendere la temperatura dell'acqua di raffreddamento di tutte le piscine di stoccaggio del combustibile nucleare al di sotto dei 100 gradi. In serata ha poi avuto successo l'allacciamento alla rete elettrica per i reattori numeri 1 e 2. , ritenuta cruciale per il raggiungimento di uno stato di stabilita' dei sistemi di raffreddamento e di rilevazione dei parametri di controllo dei reattori. Riallacciata l'elettricita' occorrera' far ripartire i sistemi ordinari di raffreddamento, riparandoli se danneggiati. Le misure di radioattivita' effettuate all'ingresso dell'impianto di Fukushima-I mostrano un lieve calo dei livelli registrati che si attestano al momento su valori di 300 microsievert/ora.
 A Tokyo, le misurazioni effettuate indipendentemente dalle autorita' giapponesi, dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (IAEA), e dagli esperti italiani presenti in Ambasciata, mostrano valori di radioattivita' del tutto compatibili con i valori del fondo naturale. La IAEA ha inoltre verificato le rilevazioni effettuate negli ultimi due giorni in altre 47 citta’ del Giappone senza riscontrare significativi cambiamenti nei livelli di radioattivita’ che si mantengono molto al di sotto della soglia di rischio per la salute umana. (19 marzo, 22:00 di Tokyo)

Il pericolo vero è ovviamente a ridosso della centrale di Fukushima. Ma anche lì, comunque, le condizioni non sono tali da richiedere un'evacuazione.  Un residente straniero proprio a Fukushima ce ne parla in questo video.

venerdì 18 marzo 2011

Tokyo, oggi pomeriggio

Oggi non avevo lezione a Tokyo, ma ci sono andato lo stesso a filmare la situazione. Ma il punto è: quale situazione? Non c'è niente di diverso dal solito. Se nel video dell'altro giorno mancavano un po' di luci, in questo che ho girato di giorno non si nota niente di strano. Anzi, una cosa sì: si vedono in giro molti più gruppi (di ragazzi, anche) che raccolgono fondi per i terremotati.

Quindi il video non presenta niente di particolare. C'è solo gente che cammina. Tanta. Shibuya e Shinjuku sono due dei "centri" di Tokyo (nel senso che il centro di Tokyo è composto da più centri anche piuttosto lontani uno dall'altro). Sono posti che conosco perché ci lavoro o ci passo regolarmente, e perché da casa mia sono i più vicini da raggiungere.

Ma ripeto, il video mostra solo tante persone. Se vi piace guardare le persone, vedere come sono abbigliate, come si muovono, cercare tipi vestiti in modo eccentrico (ce n'è qualcuno, mescolato tra la folla) allora questo video è per voi.

Se poi vi sembra che la gente sia poca, tenete presente che erano le tre del pomeriggio di un giorno feriale, in cui gran parte della popolazione è al lavoro, e in cui ci sono ancora linee di treni che funzionano parzialmente.

Purtroppo non ho attrezzature video di gran qualità. Il mio iPhone 4 è capace di fare delle ottime riprese di panorami e oggetti statici, ma gli oggetti in movimento sono il suo punto debole.

Se il vostro computer lo permette, guardatevi la versione in HD (720p), che è la più decente, e ingrandite a tutto schermo (per farlo qualcuno dovrà andare a vederlo direttamente su Youtube).

Consigli di lettura

Bello il post di ieri di Lorenzo sul modo diverso in cui lui, io ed altri residenti in Giappone abbiamo cominciato a guardare i giapponesi alle prese con questa tragedia.

Interessante questo post di Mamoru, che ha organizzato i link ai post che lui e Luca hanno scritto in questi giorni e che aggiunge una marea di dati sulla situazione della centrale di Fukushima.

Un flash sulla situazione più recente lo dà sempre l'ambasciata italiana a Tokyo. Cliccate qui e leggete il paragrafo "Emergenza nucleare e rischio sismico".

Mattia ha fatto un video sulla situazione a Fukuoka. Attenzione, non Fukushima, ma Fukuoka, una città che sta all'estremo sud del Giappone. In effetti laggiù sono molto lontani dalla zona pericolosa, ma fa sempre piacere vedere che tutto procede regolarmente.

Due cose su Libero

Prima cosa:
Ieri ho saputo che il quotidiano Libero, quello di carta, ha pubblicato degli articoli con questi titoli:


Pagina 2: Cavalieri dell'apocalisse. Sinistra e finiani fanno il tifo per il disastro
Pagina 3: Balle atomiche. Le ragioni inconfessabili del partito della paura
Pagina 6: Battaglia contro il caos nucleare ma Roma è più radioattiva di Tokyo
Pagina 7: La vera emergenza. Città intere cancellate dal mare e i dispersi salgono a 20mila


Io gli articoli non li ho letti, quindi non so cosa dicano, ma i titoli fanno sperare bene.


Seconda cosa:
mi hanno contattato da Libero, quello di sopra, chiedendomi se volevo pubblicare sul loro giornale il mio primo post di questi giorni. Io ho detto di no, per una serie di motivi.
Mi hanno riscritto chiedendomi di accettare.
Ho risposto di nuovo di no.

Poi stamattina mi trovo nella casella una mail che dice:
Ernesto, mi spiace, ho fatto presenti le tue perplessità ma sono stati irremovibili, sembrava fatto apposta per Libero. Il fatto è che internet è pubblico: spero di non crearti problemi di alcun tipo ma formalmente hanno ragione loro.
E quindi su Libero in edicola oggi dovrebbe esserci qualcosa di simile a quello che ho scritto io. Non l'ho ancora visto, ma poi forse mi mandano il pdf.

Mi sposto di qua

Dal momento che Iobloggo in questi giorni mi fa aspettare anche 5 minuti per salvare una semplice modifica e a volte non mi carica nemmeno la pagina, mi sposto su Blogger, che è decisamente più veloce. Ho copincollato gli ultimi tre post qui sotto.

giovedì 17 marzo 2011

Shibuya, la sera del 16 marzo

Ieri, mentre andavo a lezione a Shibuya (cioè, andavo a fare una lezione di italiano in una scuola in cui come sempre si svolgono regolarmente lezioni di lingua, tranne per il fatto che alcuni insegnanti scappati hanno creato dei problemi…) ho fatto un piccolo video del famoso incrocio con l'attraversamento multiplo. Chi la conosce noterà che ci sono molte meno luci del solito, e che i megaschermi sono spenti: sono le misure richieste dal governo per risparmiare energia elettrica, vista la carenza attuale. Anche i lampioni della piazza davanti al cane Hachiko erano spenti, perciò spero che scuserete le immagini tanto buie.
Tenuto conto che erano le 8 di sera di un giorno feriale in cui alcune linee di treni viaggiavano a singhiozzo o erano ferme; che la gente adesso esce più presto del solito dal lavoro perché molte ditte chiudono prima per risparmiare energia; che ci sono in giro meno macchine a causa del razionamento della benzina; che molti negozi chiudono prima del solito o fanno orario ridotto; che c'è ancora un po' di confusione riguardo a se, come e quando i blackout controllati entrano in vigore e in quali zone (il che vuol dire che c'è gente che preferisce non uscire, piuttosto che rischiare di restare a piedi o bloccato nel buio); che c'è gente anche tra i giapponesi che si è fatta prendere dal panico e ha lasciato la città o resta chiusa in casa… insomma, tutto considerato, c'è sempre un casino di gente.
Il video è cortissimo perché ero di fretta e ho solo fatto un paio di riprese in due punti vicini alla mia scuola.
Lo trovate QUI, anche a 720p.

Evacuazione per chi non ce la fa

Iobloggo oggi è lento da far paura. Stavo ormai per rinunciare, ma vi lascio solo alcuni cenni (e se domani è ancora così apro un blog su Wordpress).
L'ambasciata italiana a Tokyo, come potete leggere qui, invita gli italiani più deboli (sia fisicamente che di spirito) a lasciare le zone colpite dal terremoto e anche Tokyo. Il motivo non è un aumentato pericolo, ma il fatto che tra blackout programmati e scosse di assestamento, se a qualche italiano succede qualcosa poi non sia dia la colpa all'ambasciatore (ovviamente non hanno scritto così, ma il senso è quello).
Interessanti le considerazioni di Adamu, anglofono residente in Giappone, dall'ottimo blog Mutantfrog Travelogue, a riguardo della recente situazione.
Dallo stesso pezzo vengo portato a questa pagina, dove sono raccolte le dichiarazioni delle ambasciate americana e australiana, oltre a quella inglese che citavo ieri. Sono fondamentalmente rassicuranti per chi sta a Tokyo, anche se - come per l'ambasciata italiana - si consiglia l'evacuazione a chi non voglia/possa sopportare lo stress di terremoti, blackuout e potenziali altri problemi.
Japan Probe dà anche una spiegazione realistica del perché le dichiarazioni dell'ambasciata inglese sembrino un po' più pessimistiche di quelle dei suoi esperti nucleari, e del perché gli americani abbiano chiesto ai propri connazionali di portare la linea di evacuazione a 80 km, invece che ai 30 indicati dai giapponesi:
The revised statements look more like they’re aimed at domestic audiences than actual residents of Japan. In both countries, the media is running hyper-sensationalist stories about radiation dangers, so the State Department and Foreign Office have probably been overwhelmed with phone calls from hysterical people who are claiming that not enough is being done to protect their citizens from the giant clouds of deadly radiation that are supposedly flying all over Japan.
In the case of the United States, somebody probably questioned why the Embassy agreed with Japan, when in fact American nuclear regulations call for a 50 mile evacuation area. To be consistent with its own domestic policies, the United States revised the Japan figure.
Direi che la stessa cosa si può dire per l'Italia.
Joe Jones, sempre da MT, ci spiega perché buona parte delle compagnie aeree non volano più su Tokyo: i piloti hanno paura dei terremoti.

martedì 15 marzo 2011

Un po' di chiarezza su quel che succede in Giappone

Sono mesi che non scrivo niente in questo blog, ma dopo aver letto qualche articolo vergognoso sulla stampa italiana e aver visto la preoccupazione di parenti e amici, ho pensato che fosse meglio mettere giù qualche appunto.
La prima cosa da fare per sapere qualcosa di vero su quel che sta succedendo qui è NON leggere i giornali italiani, perché - chi più chi meno - raccontano balle colossali e fanno a gara a chi racconta le notizie più catastrofiche.
Io evito di leggerle, ma ogni tanto mi capitano sott'occhio e ogni volta mi viene un gran nervoso. Il Corriere si è inventato la storia dell'ambasciatore che avrebbe telefonato a un pizzaiolo italiano a Tokyo implorandolo di tornare in Italia perché era l'unico italiano rimasto!
I siti di notizie, come la stessa ANSApubblicano foto di persone con la mascherina, come a voler dimostrare chissà quali precauzioni anti-atomiche, quando si tratta di una normalissima usanza giapponese in tempi di raffreddori e allergie al polline (un male che affligge buona parte della popolazione).
Ancora il Corriere ha pubblicato un articolo a firma Lorenzo Salvia (lo scrivo perché il suo nome rimanga nella storia come esempio di giornalismo d'accatto) che è così pieno di falsità dall'inizio alla fine, che ho dovuto controllare se da qualche parte non ci fosse scritto che era un soggetto per un film di fantascienza di serie B. Qui potete trovare il pezzo e la lettera di protesta (la parte in grassetto) inviata al Corriere da LorenzoBarassi, un nostro conterraneo residente in Giappone.
Ma più o meno tutti fanno cattiva informazione… C'è chi si inventa il piano di evacuazione di Tokyo, chi parla di una nuvola di materia radioattiva sopra la città, chi dice che i tecnici della centrale di Fukushima l'hanno abbandonata a sé stessa, chi mostra un video girato a Tokyo di notte o all'alba, quando non c'è in giro nessuno, per dimostrare che la città è deserta… Insomma, una marea di storie inventate al solo scopo di mettere paura alla gente. Perché è questo che mi (ci, a tutti noi residenti in Giappone) fa incazzare: amici e parenti in Italia leggono queste cose e si spaventano, immaginandosi un mondo post-atomico alla Ken il Guerriero
La verità è che a Tokyo c'è una marea di gente come al solito. I treni sono pieni come al solito, anzi di più perché per risparmiare energia elettrica (quella mancante con la chiusura di alcune centrali) certe linee viaggiano con meno treni. La gente va al lavoro, va a passeggio, fa tutto quello che faceva prima (vedi il post di Lorenzo di mercoledì). Ci sono in giro meno macchine, ma solo perché c'è il razionamento di benzina (20 litri a testa, e non 2 come diceva il Tg1 in Italia), dovuto ai danni subiti alle raffinerie durante il terremoto. 
Parliamo poi della centrale nucleare di Fukushima. La gente (perché lo scrivono i giornalisti in cattiva fede) è convinta che siano "esplosi dei reattori". Quella del cattivo giornalismo è una piaga non solo italiana, basti vedere cosa dice il blog OttagonoIrregolare riguardo a ciò che scrivono in Germania. È vero che ci sono state delle esplosioni presso i reattori nucleari ma questo non significa che è scoppiato il reattore: è come se a casa mia fosse esploso il carica-batterie del telefono e qualcuno scrivesse che mi è esplosa la casa.
Per cominciare ad avere un'idea di questa cosa, nonché sulle bufale e gli sciacalli che ci girano intorno, consiglio la lettura di questo post di Mamoru, dal blog Giappopazzie.
Ecco, se volete un'idea di quel che sta succedendo da queste parti consiglio di farvi un giro su questi blog di italiani in Giappone:
Giappopazzie (in particolare i pezzi firmati da Mamoru)
Altri blog contribuiscono a mostrare come stanno effettivamente le cose. Andate a vedere, per esempio, il montaggio video che mostra come la città "fantasma" (come è stata definita da diversi giornalisti), non lo è per niente.
Poi può farvi piacere sapere che oggi a Tokyo è arrivata una squadra di tecnici italiani che ha misurato la radioattività nella metropoli. Questi i risultati, come riportatidall'Ambasciata Italiana a Tokyo:
[…] i tecnici hanno avuto la possibilita' di ESCLUDERE la presenza di radiazione proveniente da isotopi radioattivi (NON ci sono isotopi artificiali, ossia quelli che possono essere stati prodotti in un reattore nucleare). I valori in questione sono dell’ordine di 0.04 microsievert/ora, circa un terzo del valore di radioattivita' ambientale tipico della citta' diRoma (0.25 microsievert/ora). 
Il paragone con Roma è interessante. Martedì i contatori a Tokyo per un paio d'ore hanno rilevato un "picco", cioè questo, e subito i giornalisti idioti hanno gridato all'allarme atomico. In realtà significa solo che per un paio d'ore abbiamo avuto la radioattività naturale di Roma.
L'Ambasciata di Tokyo sta facendo un ottimo lavoro di informazione costante via email, con dei frequenti bollettini che potete leggere direttamente da questo link.
Nell'ultimo bollettino (del 16 marzo, ore 22:30 locali) si legge anche che tutti i contenitori dei reattori di Fukushima sono integri. La situazione non è ancora completamente sotto controllo, ma non è nemmeno disastrosa come ve la vendono in Italia.
Per concludere, a chi mastica l'inglese consiglio di leggere la trascrizione di un incontro tenutosi all'Ambasciata Britannica a Tokyo, riguardo ai pericoli del nucleare. Qui la trovate per intero, e vale la pena. Altrimenti potete leggerne qui un mini-riassunto. In poche parole, gli esperti di nucleare inglesi ritengono che non ci sia nessun pericolo per chi sta a Tokyo, nemmeno se i reattori dovessero veramente esplodere. 
Per ora è tutto. Ci risentiremo quando ci saranno altre notizie. Nel frattempo potete seguire i blog che ho segnalato sopra e soprattutto ricordate che la vera tragedia è quella che stanno vivendo i terremotati nel nord del paese.